Politica: Pronti a diventare la terza economia?

Le elezioni nazionali del 2018 in Italia potrebbero fornire un governo stabile per la prima volta da quando il primo ministro Matteo Renzi si è dimesso nel 2016, dopo il fallimento del suo programma di riforme. Renzi aveva insistito per delle riforme costituzionali che avrebbero ridisegnato il potere legislativo, ma gli elettori hanno respinto l’idea con un margine di quasi venti punti.

Nel PD, Renzi rimane il leader del partito, ma alcuni osservatori dicono che nel caso di un’elezione inconcludente, Gentiloni potrebbe essere rinominato capo di un governo di grande coalizione.

A destra, Silvio Berlusconi ha 81 anni! E il suo alleato, la Lega Nord, è un partito originariamente dedicato all’indipendenza delle regioni settentrionali italiane. Salvini ha detto che porterà l’Italia fuori dalla eurozona, anche se Berlusconi non è d’accordo.

Come in altri paesi europei, l’Italia ha visto l’ascesa di forze politiche anti-establishment, un modello emergente in tutto il continente.

Che Dio ci salvi dalla catastrofe…

L’attuale legge elettorale rende più difficile per un singolo partito conquistare la maggioranza in parlamento. Qualunque partito o coalizione avrà bisogno di più del 40% per governare.

Ma come potrebbe l’esito influenzare il resto dell’Unione europea?

Qualsiasi nuovo governo potrebbe avere ripercussioni in tutta Europa. Con l’uscita del Regno Unito, l’Italia è pronta a diventare la terza economia più grande del continente e la sua capacità – o incapacità – di ripulire le sue banche, ritornare alla crescita e porre il debito nazionale su un percorso sostenibile influenzerà la salute dell’Europa tutta.

Ma cosa succede se i risultati sono inconcludenti?

L’esito delle elezioni avrà importanti ripercussioni sull’economia italiana, una delle più grandi al mondo, che sta ancora lottando con una crescita bassa, un’elevata disoccupazione e banche instabili. Determinante anche il ruolo che l’Italia svolge nell’Unione Europea, c’è la questione migratoria e una certa attività di confronto con la Russia. Un governo instabile o anche euroscettico sarebbe una mossa drammatica, e potrebbe gettare un ombra minacciosa sugli ambiziosi piani degli euro-convinti, per una più profonda integrazione europea, come il presidente francese Emmanuel Macron.

Arturo Di Mascio