Uso il titolo dell’Huffington Post per parlare di un tema a me caro.
Con un accorato e convinto appello, il papa ha sostenuto la pastorale della giornata di preghiera e riflessione contro la tratta delle persone. Nessuna migliore occasione di questa per l’anniversario di Bakhita, la sudanese schiava giunta in italia e divenuta suora. Santa dal 2000.
Ho già trattato riguardo il tema dell’immigrazione. Sposo perfettamente la posizione del pontefice che evidentemente nota i volti dei nuovi schiavi. Schiavi che qui continuerebbero ad essere tali se il nostro paese continua ad essere così, allo sbaraglio. Un paese privo di democrazia che colpisce i bambini di chi non paga le tasse. Cosa sarebbe la nostra nazione se ad immigrati disperati togliessimo anche il diritto di vedere i loro bambini integrati – anche tramite il gioco?
Ampia la gamma di altri temi affrontata da papa Francesco all’Angelus, dalla Chiesa “pescatrice” di uomini che “non fa proselitismo” ma porta amore, al ricordo dei due grandi confessori Pio e Leopoldo, alla richiesta di una “soluzione politica” per la “amata Siria”, all’applauso chiesto alla piazza per i fratelli dell’Estremo oriente che domani festeggiano il capodanno lunare, fino alla richiesta di preghiere per “accompagnare – ha detto – il mio viaggio in Messico e anche l’incontro che avrò all’Avana con il mio caro fratello Kyrill”.
Di fronte a questi temi mi viene poco difficile riflettere su serate “arcobaleno” come quella di ieri, in inaugurazione del Festival di San Remo. Si, Noemi ha dichiarato di cantare di immigrazione. Ma, di fatto, tra lei e il racconto di Elton John, si è spostata l’attenzione da questi temi di attualità, importanti, a generi che a mio avviso possono attendere.