Attualità: FONDAZIONE ASTREA. INTERVISTA AL PRESIDENTE MANLIO CARUSO

La Fondazione Astrea forma i giovani che vogliono intraprendere la propria carriera attraverso i Concorsi di accesso nelle Forze Armate e di Polizia, nelle Professioni Legali (Magistrati, Notai e Avvocati).

Il suo Presidente è Manlio Caruso, avvocato Penalista, anche Direttore del Dipartimento di Studi Giuridici, Diplomatici e Consolari dell’Università San Paolo Apostolo di Roma, oltre che Professore Ordinario di Diritto e Procedura Penale presso la stessa Università.

Esperto di tematiche relative all’immigrazione, al terrorismo, al welfare, alle forze armate e di polizia, alla giustizia, all’economia, alla formazione e all’istruzione.

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Presidente Caruso, lei è diventato un punto di riferimento tra i giovani che vogliono intraprendere la strada dei concorsi. I suoi video sulla rete infatti, sono tra i più visti e riscuotono molto successo, alcuni hanno superato anche le 9 mila visualizzazioni.

1. Presidente Caruso, la fondazione Astrea, nel formare i giovani nell’ambito dei concorsi, ha fatto ritrovare la speranza anche a coloro che avevano ormai la convinzione che ci fosse bisogno di trovare scorciatoie per superarli. La disgrazia di questi giorni, con il crollo del Ponte Morandi, però è uno dei tanti eventi che influisce in maniera negativa sull’opinione pubblica, tanto da far perdere ulteriormente la fiducia nei confronti dello Stato. Pensa che ci sia questo rischio? Cosa vuol dire a questi giovani?

“I giovani non devono perdere mai la fiducia nello Stato. Ognuno deve saper fare la propria parte, sia per realizzare un sogno, sia per per avere una società migliore. Gli eventi tragici, come il crollo del Ponte Morandi, evidenziano certamente delle criticità. Siamo il Paese delle emergenze, siamo il Paese che non previene e che tende ad interviene solo in seguito ad un evento tragico. Questo non deve in ogni caso far perdere la fiducia nelle istituzioni. Le criticità sono presenti in ogni Nazione e sicuramente il nostro non ne è esente”. 

2. Nei giorni seguenti al crollo si è parlato anche del danno causato agli azionisti di Atlantia, in seguito alla notizia sulla decisione del Governo di recedere al contratto. Può secondo lei l’economia avere la meglio sulla morte?

“L’economia non può avere di certo la meglio sulla morte, a maggior ragione quella causata da eventi tragici come quello avvenuto a Genova. La vita deve andare avanti e ad incidere sull’economia resta la responsabilità di coloro che avevano il dovere di impedire un determinato evento e non lo hanno fatto per imprudenza e negligenza”. 

3. Tra i vostri corsi vi è anche quello per prepararsi al concorso dei Vigili del Fuoco che, dalle situazioni quotidiane d’emergenza ai drammi alla ribalta delle cronache, come il crollo del Ponte e l’esondazione del torrente in Calabria, si stanno rivelando veri e propri eroi. Cosa vuole dire a coloro che hanno deciso d’intraprendere questo percorso?

“I Vigili del fuoco rappresentano uno dei corpi d’eccellenza all’interno del nostro Paese. Non dobbiamo dimenticare che, proprio per le loro altissime specializzazioni sono tra i migliori d’Europa. Certamente oggi chi vuole intraprendere una carriera del genere deve prepararsi a formarsi continuamente e a specializzarsi. Avete visto, soprattutto in occasione degli eventi tragici che sono accaduti a Genova, al fiume Riganello in Calabria oppure a Rigopiano, che è stata l’alta specializzazione di questo corpo ad aver consentito di evitare danni maggiori e di salvare numerose vite. In tutte queste circostanze i Vigili del Fuoco sono stati un fulgido esempio di attaccamento al dovere. Ben venga la passione e la voglia di entrarci, perché rappresentano una risorsa preziosa ed indispensabile per la nostra società”. 

4. Ci sono dati Istat che attestano che l’Italia è maglia nera per i giovani che né lavorano, né studiano. Colpa della politica?

“Io dico sempre che è facile puntare il dito verso la politica, gridare al governo ladro e dare la responsabilità, di quello che è un proprio fallimento, ad altri. I nostri giovani dovrebbero pensare molto di più a formarsi e fare una riflessione: “a parte la crisi economica, io cosa sto facendo per me stesso?”. Non possiamo dimenticare che l’Italia continua ad essere tra gli ultimi paesi al Mondo per la conoscenza della lingua, delle lingue straniere in generale e della lingua inglese in particolare o dell’informatica. Siamo nel 2018, siamo sotto l’ombrello della Comunità Europea, si parla di Cyber security, però in molte famiglie manca ancora il computer per poter fare l’iscrizione online dei figli a scuola. Dobbiamo pertanto anche noi rimboccarci le maniche, e far sì che questa situazione economica, triste e drammatica, possa perlomeno essere tenuta nei limiti”. 

5. In materia di concorsi ci sono giovani vincitori, pertanto in graduatoria, che attendono da anni di essere chiamati. Che appello vuole fare ai nostri politici?

“Il tema dello scorrimento delle graduatorie è un tema a noi caro ed è scottante se teniamo nella debita considerazione che la carenza negli organici delle Forze di Polizia è cronica. Ci si stupisce del fatto che, nonostante sia stata emanata una legge dello Stato, la legge D’Alia, la quale prevede che prima di pubblicare un nuovo concorso si debba attingere per i successivi tre anni alle graduatorie del precedente concorso, questa sia disattesa. Con le carenze di organico, ci si stupisce ancora di più di come il governo non adotti e non dia concreta attuazione a questa legge in modo da poter sopperire a vere e proprie deficienze che abbiamo nella Polizia di Stato, nei Carabinieri, nella Guardia di Finanza e nella Polizia Penitenziaria. In questo momento è in corso lo svolgimento del concorso per 1148 Allievi e Agenti della Polizia di Stato. Si è formata una graduatoria di ragazzi che hanno preso un’ottima valutazione e che avrebbero certamente tutto il diritto di poter accedere alle prove successive, quali visite mediche e prove psico-attitudinali dando ai giovani, da un lato, una possibilità e dall’altra, allo Stato, l’opportunità di sopperire alle carenze di organico”. 

6. Il tema giustizia per voi è tra i più importanti per la preparazione ai concorsi per le professioni legali (magistrati, notai ed avvocati). Che ne pensa della riforma della giustizia proposta dal Ministro Bonafede che comprende le intercettazioni, la prescrizione e le carceri?

“A questa domanda le voglio rispondere semplicemente ricordando le parole dei professori Giovanni Fiandaca ed Enzo Musco i quali affermano che tutte le branche del diritto, compreso ovviamente il diritto penale, devono rifarsi necessariamente a quello che sono i nostri principi costituzionali. Quindi è necessario che ogni riforma guardi principalmente alla Costituzione perché, in caso contrario, qualsiasi modifica, creazione o abrogazione di norme precedenti, rischia di creare all’interno del nostro Stato, che è democratico, un’anarchia che non è accettabile o una giustizia fatta in maniera del tutto personale”. 

7. Più volte avete organizzato tavole rotonde sul tema del terrorismo e del Cyber intelligence. Proprio in questi giorni ha lanciato un nuovo messaggio il capo Stato islamico Al Baghdadi. Quanto secondo lei è a rischio il nostro paese?

“Intanto bisogna verificare l’autenticità del messaggio di Al Baghdadi. Il nostro Paese ha dei servizi di intelligence molto competenti e professionali. Non a caso l’Italia fino ad oggi è stata immune da atti terroristici. Questo probabilmente anche per un’esperienza che abbiamo in relazione al fenomeno del terrorismo degli anni passati che è dato dalle Brigate Rosse che hanno segnato in maniera decisiva la storia del nostro Paese”.

8. Alla base del rischio terrorismo vi è anche, per molti, l’immigrazione incontrollata degli ultimi anni. Cosa ne pensa della politica attuata dal nuovo Governo, ed in particolare dal Ministro dell’Interno Salvini?

“Il fenomeno dell’immigrazione deve essere bene controllato e regolamentato. In tal senso non vi nascondo che ciò che aveva iniziato a fare l’ex Ministro dell’Interno Minniti sicuramente andava incontro anche a quelle che sono le politiche dell’Unione Europea di creare le condizioni per effettuare degli accordi con i Paesi di provenienza in modo da poter arginare e contenere il fenomeno. Altrimenti, ha ragione Salvini, l’Italia diventa meta di centinaia di migliaia di persone che poi pensano di arrivare e trovare l’oro e si trovano di fronte una realtà ben diversa. Il Ministro Salvini dovrebbe, secondo me, proseguire sulla strada delineata in passato da Minniti”. 

9. All’esame del parlamento c’è un provvedimento sulla revisione dei ruoli delle Forze di Polizia. Ha avuto modo di approfondire il provvedimento? Cosa ne pensa?

“È da anni che si parla di riordino delle carriere e di revisione dei ruoli, si parlava – esperimento ahimè miseramente fallito – dell’esercito professionale. Ritengo però che qualsiasi riforma debba innanzitutto contribuire ad un’esaltazione ed una valorizzazione delle professionalità presenti all’interno delle Forze Armate e di Polizia. Teniamo conto che queste sono persone che rischino la vita per noi ogni giorno e sono, diciamola tutta, sottopagati e con tutele molto più basse rispetto a tanti altri loro colleghi di diversi Paesi Europei”. 

10. Da questa settimana 35 agenti di Polizia vengono formati sull’uso del Taser, in via sperimentale come deciso dal Ministro dell’Interno Salvini. Necessario secondo lei per difenderci?

“Il Taser non è uno strumento necessario, se per necessario intendiamo un qualcosa senza il quale non ci si possa difendere. Diciamo che è uno strumento aggiuntivo per le Forze di Polizia, soprattutto per quelle che si trovano h24 sulle strade, per meglio difendersi rispetto a persone particolarmente violente. Nelle cronache imperversano notizie di aggressioni agli operatori e come sappiamo, mettere mano alla pistola deve rappresentare  l’extrema ratio. Il manganello non sempre può essere utile a far arretrare l’aggressore. Il Taser, con una scarica adeguata, può essere un deterrente per chi ha cattive intenzioni”.

Arturo Di Mascio