Da prete dico no al boicottaggio di Elton John

da blitzquotidiano.it

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Uso il titolo dell’Huffington Post per parlare di un tema a me caro.

Con un accorato e convinto appello, il papa ha sostenuto la pastorale della giornata di preghiera e riflessione contro la tratta delle persone. Nessuna migliore occasione di questa per l’anniversario di Bakhita, la sudanese schiava giunta in italia e divenuta suora. Santa dal 2000.

Ho già trattato riguardo il tema dell’immigrazione. Sposo perfettamente la posizione del pontefice che evidentemente nota i volti dei nuovi schiavi. Schiavi che qui continuerebbero ad essere tali se il nostro paese continua ad essere così, allo sbaraglio. Un paese privo di democrazia che colpisce i bambini di chi non paga le tasse. Cosa sarebbe la nostra nazione se ad immigrati disperati togliessimo anche il diritto di vedere i loro bambini integrati – anche tramite il gioco?

Ampia la gamma di altri temi affrontata da papa Francesco all’Angelus, dalla Chiesa “pescatrice” di uomini che “non fa proselitismo” ma porta amore, al ricordo dei due grandi confessori Pio e Leopoldo, alla richiesta di una “soluzione politica” per la “amata Siria”, all’applauso chiesto alla piazza per i fratelli dell’Estremo oriente che domani festeggiano il capodanno lunare, fino alla richiesta di preghiere per “accompagnare – ha detto – il mio viaggio in Messico e anche l’incontro che avrò all’Avana con il mio caro fratello Kyrill”.

Di fronte a questi temi mi viene poco difficile riflettere su serate “arcobaleno” come quella di ieri, in inaugurazione del Festival di San Remo. Si, Noemi ha dichiarato di cantare di immigrazione. Ma, di fatto, tra lei e il racconto di Elton John, si è spostata l’attenzione da questi temi di attualità, importanti, a generi che a mio avviso possono attendere.

SOS: Shoukry o Sewall

Sewall_Sarah_200_1Notizie che fanno ben sperare. L’omicidio di Giulio Regeni, secondo il New York Times, viene ora seguito anche dagli Americani. Lo stesso quotidiano ha ripercorso le principali tappe della tragica vicenda per riuscire a venire a capo riguardo la morte dello studente.

Un caso che mi ha preso al cuore, lo sapete. I colloqui diplomatici al Cairo con Washington aiuteranno a focalizzare lo sguardo della comunità internazionale sulla vicenda.

Sarà Sarah Sewall ad incontrare il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry. Sewall è sottosegretario per i diritti umani, la sicurezza civile e la democrazia. In precedenza è stata a capo del Carr Center for Human Rights Policy.

Il New York Times racconta come funzionari americani abbiano in passato criticato il livello di rispetto dei diritti durante la presidenza di Al Sisi. Tuttavia, l’amministrazione Obama continua a stanziare 1,3 miliardi ogni anno in aiuti militari, considerato oggi un bastione contro lo Stato islamico nella regione, particolarmente in Libia. Ieri l’ambasciatore italiano al Cairo Maurizio Massari ha dichiarato che inizialmente non c’è stata collaborazione da parte egiziana. Ora al Cairo si trova un team di inquirenti italiani e, come Massari ha ricordato, si tratta anche di un “banco di prova per l’Egitto” chiamato a dimostrare vera collaborazione sulla necessità di far luce sulle ultime ore di Giulio Regeni e, soprattutto, sulle responsabilità per la sua morte.
Come al solito, svegliato il gigante …

Ecco quanto costerebbe l’addio a Schengen

Caparello, sulle pagine di Wall Street Italia riporta una cifra che si attesta attorno ai 100 miliardi annui. Una sorta di penale per abbandonare quello che è un trattato che ha creato un’area di libera circolazione delle persone, come se fossero merci. Ma le merci non parlano, non pensano, non votano, non devono sfamare bambini, non hanno accesso a sistemi previdenziali.

In testa a chi contribuisce a questo sistema c’è la Germania. E il nostro paese è al secondo posto, con 13 miliardi di perdite contro una cifra più che doppia per Berlino.

Eppure, pendolari di Danimarca e Svezia devono attendere 45 minuti in più per la verifica di documenti da parte di Copenaghen. Un travaglio. Un travaglio che i nostri stessi figli potrebbero dover partire per doversi muovere – ad esempio – da Genova a Nizza. Per lavoro. O per Erasmus. O da Bari a Tirana. Tutto questo perché si è pensato di aprire le frontiere a tutto e tutti.

Come ho scritto in uno dei miei libri, quando ero piccolo sognavo di diventare importante per poter riservare ad altri quello che era riservato a me. O quello che avrei guadagnato io. Guadagnato. Non “ottenuto in regalo”. Aprire le frontiere a tutto e tutti non crea né privilegio né tutela. Solo pericolo. Pari modo per ospiti ed ospitanti. Regno Unito e Stati Uniti hanno politiche molto precise per l’immigrazione e se è pur vero che quell’immigrazione crea ricchezza, è altrettanto vero che la ricchezza si crea con la formazione. Non con il guazzabuglio.

Angela Merkel difende a denti stretti la sua politica diretta a lasciare in Europa una porta aperta ai migranti in fuga da persecuzioni, povertà e guerre.
Per le sue azioni, Merkel è stata persino citata tra i nomi candidati al Nobel per la Pace di quest’anno. Ma il suo piano per uscire dalla crisi non è ancora certo di andare in porto. “Ci saranno complicazioni e ribellioni”, ha detto la Merkel.
O quello, o una perdita di 100 miliardi annui. Mi chiedo se non avessimo potuto giungere ad una situazione più moderata.

 

da 2duerighe.com

da 2duerighe.com

Partire, senza paura

In Italia cresce il numero di quanti potrebbero avere l’età di Valeria Solesin e Giulio Regeni. Può sembrare stucchevole soffermarsi ancora una volta sui danni causati dallo scontro tra culture, anche se dovremmo parlare di quello tra culture e pazzi assassini. Nessun pericolo può fermare questi giovani, i nostri figli, dal conoscere il mondo, viverci, imparare le lingue, soddisfare una curiosità vorace della quale dobbiamo essere orgogliosi, non spaventati, noi genitori. Nessun pericolo può trattenere il mercato dall’esigere le competenze che questi acquisteranno, spostandosi da casa.

Mi sento di citare le parole di Ugo Tramballi sulle pagine de il Sole 24 Ore: Non sempre è facile per i nostri figli raggiungere quello che cercano. E non solo per motivi economici, perché ormai c’è più di un’organizzazione che aiuta le famiglie svantaggiate. Più di un lettore avrà avuto l’esperienza del colloquio col professore liceale contrario all’idea che un suo allievo vada a vivere l’esperienza del quarto anno in una scuola all’estero. «Ma io devo far rispettare il programma», ci sentivamo spesso dire fino a qualche tempo fa, quando molti docenti non conoscevano l’esistenza di una legge al riguardo. Come se un’esperienza in un mondo diverso e lontano non facesse maturare un giovane quanto un programma ministeriale, pur necessario.

Io stesso sono partito per affermarmi. Chi volesse leggere i miei libri lo capirebbe. Lo augurerei anche ai miei figli.

da coopsoc.it

da coopsoc.it

Bambini crescono. Male.

da ilmediano.com

da ilmediano.com

I carabinieri di Pisa hanno arrestato una educatrice scolastica di quasi sessant’anni, accusata di maltrattare i bambini di un nido cittadino. Le forze dell’ordine al momento la trattengono in custodia cautelare.

Si tratta dell’ennesimo caso di maltrattamento dei bambini nel nostro paese. E, stavolta, con bambini che ancora non frequentano la scuola. Confermo ancora una volta di vivere in una realtà che non riesce a cautelare i genitori. Sarebbero questi i casi su cui concentrarsi, piuttosto che vietare – ogni riferimento è puramente voluto – i parchi giochi ai bambini di genitori che non pagano le tasse.

Se questo è il modo in cui vengono trattati i minori non c’è da stupirsi se poi, ancora una volta, dobbiamo sorbirci notizie di vere e proprie “scuole di rapina” ( fonte: ansa ), come quella scoperta di recente a Napoli, dove i carabinieri hanno arrestato quattro ragazzi per aver compiuto più di dieci rapine.
Di certo, questo non è l’ambiente più facile in cui far crescere i ragazzi, i nostri ragazzi. Non che voglia insinuare che anche a questi sia stato negato un parco giochi da un sindaco, ma pare facile capire che ciò che emuli è ciò che hai davanti agli occhi.
… per poi postarlo su Facebook, come facevano i quattro “lucignoli” di Castello di Cisterna, i nostri quattro briganti.

Perderemo anche Ryanair

a excite.it

da excite.it

Da ottobre Ryanair chiuderà le sue basi di Alghero e Pescara, taglierà alcune rotte e chiuderà tutti i voli di Crotone. A causa de l’illogica decisione del Governo Italiano di aumentare ancora le tasse municipali, danneggiando il turismo italiano, il traffico e i posti di lavoro. La compagnia irlandese contesta al governo italiano di aver aumentato le tasse di circa il 40% per ciascun passeggero in partenza dall’Italia dal 1°gennaio.

Questo sposterà l’interesse della compagnia per Spagna, Grecia e Portogallo. Quattro nuove rotte dalla Capitale per Ryanair. Ryanair continuerà a collegare Roma con i maggiori centri europei del business tra cui Barcellona, Berlino, Dublino e Londra, con servizi ad alta frequenza, orari migliorati e le tariffe più basse. Questo però non vieterà alla compagnia di chiudere le rotte da Pescara, ad esempio. E, ancora una volta, mi ritrovo a scagliarmi contro scelte di governo che sceglie di interrompere rapporto con aziende che producono ricchezza invece di recuperare fondi tagliando i settori pubblici improduttivi.

Intanto Saga, la società che gestisce lo scalo di Pescara, ha reso noto che Ryanair ha annunciato la chiusura della base di Pescara, aperta nel 2009 e la riduzione del programma voli a due destinazioni a partire dal 27 ottobre 2016, pertanto i voli per Londra, Francoforte, Bergamo, Barcellona, Dusseldorf, Parigi, Charleroi saranno garantiti sino alla fine estate 2016. Ryanair lascia Pescara a causa dell’incremento delle addizionali comunali sull’Aeroporto d’Abruzzo con impatti negativi sulla redditività delle rotte. Secondo il Sole 24 Ore tutto ciò costerà complessivamente 165 milioni di euro ai passeggeri del Belpaese.

Mancanza di democrazia, mancanza di mercato, mancanza di ricchezza. Questo governo offre solo mancanza di vita.

La quarta sponda

Mussolini e Giolitti chiamavano così la Libia. Il paese che per noi significa qualcosa di più che una mera scatola di sabbia. Causa ISIS, ancora una volta ce lo ritroveremo come trampolino verso Mosca. Nella sfortuna, la fortuna. O male minore, come qualcuno lo intenderebbe. Fatto sta che Putin, secondo le pagine de L’Indro, pare molto interessato a intervenire nel mediterraneo da un punto molto vicino alla nostra penisola.

Direttamente o indirettamente, di buon grado o per forza, per sistemare in qualche modo la Libia bisognerà fare i conti anche con il Cremlino. Dopotutto la distanza di Tripoli o Bengasi da Mosca è parecchio inferiore a quella da Washington e già oggi, del resto, non mancherebbero buoni motivi per prendere in considerazione anche quella da Pechino. – Scrive Franco Soglian.

In quanto cattivo soggetto e mina vagante per l’Occidente, Gheddafi faceva certamente gioco per Mosca sulla scacchiera internazionale, entro certi limiti, ma la sua stessa incontrollabilità e imprevedibilità lo rendevano inidoneo a stabilire con altri soggetti relazioni strette e condizionanti. In definitiva il legame più consistente si fondò sulle copiose forniture di armi sovietiche di ogni genere, che permisero al satrapo tripolino di fare la voce grossa in varie direzioni anche più di quanto consentito dalle cospicue risorse petrolifere del suo Paese e di svolgere in particolare un ruolo destabilizzante a largo raggio nell’Africa centro-settentrionale.

Non dimentichiamo quanto ha dichiarato Putin alla fine dell’anno scorso: Capisco quanto importante sia per l’Italia il problema della Libia, sia per motivi geografici che storici. Noi confermiamo la nostra comprensione e siamo pronti a prestare il nostro aiuto.

È importante non dimenticare quanto sia importante per il nostro paese avere il volto rivolto verso ambo i fronti, come la divinità Giano. Questo considerando quanto poco possono fare per il Mediterraneo le frange democratiche americane. È stato dimostrato e così continua ad essere. Siamo molto, molto, molto distanti dalla vecchia distribuzione di potere durante la guerra fredda.

da blogspot.com

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Direttamente o indirettamente, di buon grado o per forza, per sistemare in qualche modo la Libia bisognerà fare i conti anche con il Cremlino. Dopotutto la distanza di Tripoli o Bengasi da Mosca è parecchio inferiore a quella da Washington e già oggi, del resto, non mancherebbero buoni motivi per prendere in considerazione anche quella da Pechino. – See more at: http://www.lindro.it/la-russia-guarda-alla-quarta-sponda/#sthash.PmCpUAKI.dpuf
Direttamente o indirettamente, di buon grado o per forza, per sistemare in qualche modo la Libia bisognerà fare i conti anche con il Cremlino. Dopotutto la distanza di Tripoli o Bengasi da Mosca è parecchio inferiore a quella da Washington e già oggi, del resto, non mancherebbero buoni motivi per prendere in considerazione anche quella da Pechino. – See more at: http://www.lindro.it/la-russia-guarda-alla-quarta-sponda/#sthash.PmCpUAKI.dpuf

Hilary: una maggioranza risicata

da washingtonpost.com

da washingtonpost.com

L’effetto Donald Trump, dunque, non c’è stato. Trump è riuscito per mesi a conquistare le prime pagine di tv e giornali con battute e sparate spesso oltre i limiti dell’insulto ma non sembra aver convinto la maggioranza degli elettori repubblicani dell’Iowa. Per una volta “modesto”, nel suo discorso del dopo-voto ha detto di essere comunque soddisfatto del secondo posto e di “essere pronto a conquistare New Hampshire e South Carolina”, i prossimi Stati in palio. Ad una rapida occhiata della mappa elettorale dell’Iowa, Trump ha ottenuto buoni risultati nelle zone rurali dell’Est e in quelle urbane dell’Ovest (Sioux City). La carica di rabbia populistica e di anti-politica che la sua candidatura ha portato in questi mesi non si è però tradotta in voti. A Trump, soprattutto, è mancato l’appoggio dei gruppi evangelici che rappresentano uno dei pilastri elettorali del G.O.P. da queste parti. – commenta così il Fatto Quotidiano.

Certo, le sue posizioni volutamente esasperate ci avevano fatto pensare ad un popolo americano capace di guardare nelle forme retoriche per vedere i reali bisogni di un paese che include tutte le sfaccettature dei popoli occidentali. E invece ancora una volta stiamo a guardare il dilaniarsi di un background democratico che per pochissimi punti – 5 in totale! – assegna la vittoria ad Hilary Clinton. Una vittoria che non sa di vittoria; né nei confronti della controparte repubblicana, né nei confronti di Bernie Sanders.

Il voto in Iowa per i repubblicani ha mostrato uno scenario in qualche modo prevedibile. Se religiosi e social conservatives si allineano con Cruz, Trump pesca soprattutto nella classe media e nella working class bianca, in aree poco politicizzate e sensibili al fascino televisivo e al richiamo populistico di Trump.

Non che avessimo visto in Trump un faro nel buio per le sue tendenze ma, ancora una volta attenderemo stati con una diversa conformazione sociale per sperare – anzi, attendere – in una lezione di autonomia e acume da parte degli elettori USA.

Genitori meno imposte uguale: pagano i bambini

Questo è lo scotto della fine delle democrazia in questo paese. Mi piacerebbe sapere quali sono i commenti dei lettori e dei concittadini. Io porterei personalmente i miei figli a casa del sindaco che ha vietato loro il parco giochi.

Il sindaco di San Germano ha deciso di adottare questo metodo barbino, giustificandosi con un: le imposte servono a finanziare i servizi e chi non le paga non ne ha diritto. Peccato che di quei servizi non usufruiscono i bambini. O, meglio, non sono loro ad evadere Tari o Tasi. Intanto, però, per questo weekend molte famiglie non potranno portare i loro figli al parco.

È il caso di dire che le colpe dei padri ricadono sui figli. E come la mettiamo con nuclei famigliari non abbienti? Come dichiara Il Giornale: Tra le famiglie a cui è stato sospeso l’ingresso al parco giochi ci sono molti nuclei di origine marocchina.

Il Giornale l’ha definita “necessaria”, tra virgolette. Libero l’ha definita clamorosa. E noi siamo sempre più convinti che centomila euro di buco nelle casse comunali non si recuperano così. È un diritto inderogabile, inamovibile, irremovibile che i bambini del mondo possano frequentare parchi pubblici indipendentemente dalle disponibilità economiche dei genitori, dal colore della loro pelle. Solito abuso di un alto funzionario pubblico? Invece di pensare a certe contromisure azzardate sarebbe bene che il sindaco di San Germano pensi a come rendere più appetibili i servizi nella sua amministrazione.

Ho letto questa notizia su agi.it: Di fronte a questa grave ingiustizia la Federconsumatori, attraverso il suo Osservatorio sulle Famiglie, è a disposizione dei cittadini lesi da tale provvedimento, per offrire informazioni sui propri diritti e tutela, anche di carattere legale. – traggo un sospiro di sollievo.

da ilgiornale.it

da ilgiornale.it

Ci hanno googlato 227 milioni

Ammonterebbe a 227 milioni di euro quello che la Guardia di Finanza richiederebbe al colosso di internet, occultava il fisco un’organizzazione stabile al nostro paese ancora una volta in favore dell’Irlanda. La direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha confermato che le Fiamme Gialle stanno notificando il verbale, che sarà poi trasmesso all’Agenzia, la quale deciderà l’importo definitivo che Google dovrà pagare per aver eluso i controlli sfruttando ingegnerie finanziarie offerte da evidenti lacune nella normativa nazionale e internazionale.

A quanto pare non siamo soli. Entro il 2005, Google avrebbe dovuto versare circa 140 milioni al Regno Unito. Ma, tanto per cambiare, siamo lenti anche in questo rispetto agli altri paesi europei. Come abbiamo visto per la visita del presidente iraniano e per quanto Apple stava per prendere al nostro fisco.

Riporta Libero: Da altri controlli in corso l’evasione di Google potrebbe toccare quota 600 milioni di euro. Sommandoli a quelli di Apple verrebbe da pensare “ecco dove sono andati i soldi dei risparmiatori”, senza necessariamente andare a pensare alle banche. Pare che ad occuparsi della vicenda sarà l’Agenzia delle entrate per trattare la somma finale da versare. Google si era già detta disponibile a pagare 114 milioni per il periodo 2008-2012. Ci accontenteremo della metà di quanto ci devono?

Certo, potevamo accorgercene prima considerando che c’è ancora un altro paese che stava investigando sulle posizioni di aziende simili. Ed è proprio il paese madre di queste imprese: gli Stati Uniti. Come scrive Kelly Philips Erb sulle pagine di Forbes Online, gli USA stavano già indagando su Apple prima che il governo italiano iniziasse a fare i suoi conti. E la notizia non era segreta. In più, continua a commentare la nostra posizione nei confronti di Google: For now, no matter how much Italian taxing authorities might want the laws to be different, they’re not. The laws that they must deal with are those currently on the books. Apple maintains that it hasn’t done anything illegal, an argument that has proved to work for them so far. But so long as countries like Italy see money on the table, they’re likely to keep grabbing at it. In parole povere, il nostro sistema legale non permette di mantenere – e magari distribuire ai nostri imprenditori – i capitali guadagnati qui da aziende estere. Aziende che riescono a fare product placement ovunque, come magari qualcuno al vertice del nostro governo sa bene. 

da baekdal.com

da baekdal.com