Che cos’é il Darknet

Riprendo il titolo da uno dei quotidiani maggiori in Italia anche se in rete la notizia in cima ai risultati nei motori di ricerca è data da il Resto del Carlino. Del resto, non poteva che appartenere ad uno dei quotidiani emiliani la notizia in evidenza. Questo è a causa dei tag letti dai motori di ricerca.

Approfitto della notizia di cui sicuramente avrete già sentito parlare per iniziare i meno avvezzi all’argomento indicizzazione e SEO ai piccoli segreti di cui, in realtà, ogni persona che si dice contraria al terrorismo dovrebbe conoscere.

Innanzitutto, ogni risultato che Google (o chi per esso) vi fa risultare in cima (nel dialetto di Facebook si dice fissa in alto) è sempre quello dei suoi partner. Solo in casi particolari, come questo in cui le cosiddette tag (etichette, in italiano) girano tutte intorno alla parola Bologna qualche fortunato può sperare di battere concorrenti molto forti. Nel campo delle notizie i primi risultati sono sempre garantiti alle più grandi testate e i miracoli non avvengono mai. Al più, come in questo caso, può capitare che un fornitore di contenuti che di solito si attesta in seconda/terza pagina arrivi a scalare la vetta. Blogger e internauti in genere devono sfruttare altri metodi (i social network in genere) per raggiungere i propri contatti.

Cosa farebbe un terrorista? Chiaramente le righe di cui sopra non sono una lezioncina volta ad atteggiarmi a primo della classe, ma servono a spiegare un sistema. Terroristi, cyber pirati, spie internazionali utilizzano un altro ambiente perlopiù sconosciuto che si chiama dark net. Internet è un po’ come la luna, che ha una faccia visibile a tutti e un dark side. Ecco, in quella fetta di internet persone come Youssef esprimono le proprie opinioni o imparano quelle di altri. Opinioni che normalmente gli stati nazionali censurano. Ma sulla rete oscura non ci sono padroni, se non quelli del terrore.

Ed ecco che se anche la signora Zaghba (un’adorabile madre di famiglia di Valsamoggia) fosse appartenuta alla generazione di coloro che usano i social network con frequenza non avrebbe mai potuto conoscere il piano di suo figlio.

Da estrelladigital.es

Da estrelladigital.es

Il resto lo conoscete. Stamane, l’Aria che Tira, condotto eccezionalmente da Gianluigi Paragone, ha portato avanti un interessantissimo discorso sui servizi segreti britanni che oramai, dalla data della brexit, non condividono più informazioni della propria intelligence. Questo non ha impedito agli operatori italiani di segnalare vita morte e miracoli del 22enne Yosuf al resto del mondo.

La balena blu

Scrivo spesso per informare, basta vedere qualche intervento su questo blog. Non sono più adolescente da qualche anno oramai. Quando ho conosciuto il fenomeno della blu whale (in italiano: balena blu) cascavo dal pero. Nel mio caso nulla quaestio, ma mi metto nei panni di tanti genitori i cui figli erano con la testa sui binari di un treno o sul tetto di un palazzo.

Arturo di Mascio - Blu Whale

Da ilgiornale.it

Ma andiamo per gradi. Blu Whale è un gioco che nasce in Russia. Ma in realtà nasce nell’etere. I giocatori sono due. Uno, quello che coordina le sfide, si chiama curatore. Gli effettivi giocatori, però, sono i nostri figli. Il curatore li contatta in maniera anonima, generalmente ingaggiandoli sui social network (Facebook e Snapchat in testa). Lo si riconosce dalla prima prima sfida che sottopone ai ragazzini: l’iniziazione è sempre la stessa e richiede l’incisione sulla pelle di una balena, con chiodi, coltelli, tagliacarte o qualunque cosa sia utile.

Le successive sfide sono prove di coraggio: attraversamento dei binari con treno in arrivo, altre incisioni, escursioni nei cimiteri. Certo, molto spesso la liturgia è declinata dalla fantasia del curatore, così come il problem solving della sfida è appannaggio dei nostri vivaci ragazzi. Ma il capolinea è sempre lo stesso: l’ultima sfida è il suicidio.

A Catania, un sedicenne è stato denunciato per istigazione al suicidio nei confronti di una giovane ragazza che aveva cominciato a giocare. È schifoso; quando ho saputo del gioco non avrei mai pensato che dietro l’account di un curatore ci potesse essere un minorenne. Nel romano, una ragazzina è stata salvata da una sua compagna di classe dopo aver tentato il suicidio con le lame e aver progettato una exit strategy tramite binari della metro.

Sono miserie che si commentano da sole. Tra le pagine de l’Uomo è un dio Mancato narro dell’arrivo a Bangui (Rep. Centrafricana). Sembra banale dirlo ma provate a sottoporre un gioco del genere a persone che conoscono la guerra e la fame.

O vanità, o sharia o vetri di bottiglia

Stamane i principali programmi di approfondimento stanno dando grandissimo spazio alla tragedia di Piazza S. Carlo a Torino. Ho atteso la freddezza del lunedì per rilasciare un commento lucido invece di fare la corsa al tweet, all’articolo, alla redemption, ai feed e quant’altro sia tipico appannaggio da giornalista.

Io mi metto dalla parte di quelli che vanno a votare. Perché anch’io vado a votare; anch’io sono un contribuente. Anch’io ho figli. Anch’io ho paura.
All’alba di lunedì continua a girare un video, quello di un ragazzo con zainetto in fondo a piazza San Carlo a Torino. C’è chi millanta per lui un tipico atteggiamento terroristico (foto di Libero in articolo) di un ragazzo in fondo alla piazza … mentre la folla bianconera corre già come in una famosa scena che mio figlio ha visto con me al fianco al cinema, quando anche un re leone può essere ucciso dal calpestìo. Sono scene che si commentano da sole.

Come noi votiamo, paghiamo le tasse, abbiamo figli, abbiamo paura, l’hanno anche i Londinesi. Lì il furgoncino c’era sul serio. E c’erano coltelli, non vetri rotti di bottiglia seminati per terra. I londinesi hanno gestito l’emergenza. Certo, lì i terroristi passano sul serio, ma nessuno è scappato via calpestando il figlioletto di qualcun altro. Bisogna assumere comportamenti virtuosi, altrimenti la prossima frontiera del terrorismo sarà gridare al lupo! Al lupo!

Da liberoquotidiano.it

Da liberoquotidiano.it

È la festa che voglio condividere

Da Focus.it

Da Focus.it

Ogni anno, il 2 novembre… Inizia così un blasonato poema che mette insieme illustri e meno abbienti. Tra novembre e giugno c’è una gran differenza. La primavera celebra la vita e, con essa, il 2 giugno è la festa di un’Italia che vive e che rimane pur sempre una livella. Si, un paese in cui l’affare pubblico non fa distinzione tra ricco e povero. Anche la rivista Focus ha un articolo dedicato a questa “data in rosso” che si chiude con un dato interessante: il 2 giugno è una delle giornate in cui è più facile ascoltare l’inno nazionale detto Inno di Mameli che in realtà si chiama Canto degli Italiani. È proprio questo dato che mi ispira a scrivere questo articolo. Avrà ispirato forse anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo la parata in via dei Fori Imperiali, assieme al ministro della difesa Roberta Pinotti, il capo di stato maggiore della difesa, Claudio Graziano, il presidente della camera Laura Boldrini e il presidente del senato, Pietro Grasso. Il Canto degli Italiani ha risuonato anche oggi, durante i 71esimi festeggiamenti della Repubblica Italiana il cui motto, quest’anno, è stato Insieme per il paese. E insieme a noi c’è stato Andrea Bocelli, fiero di partecipare.

Non posso riportare stralci del discorso di Mattarella. Il punto in comune, quel che tutti noi italiani dovremmo cercare in questo giorno, è sul tema che più mi sta a cuore. Anch’io, come lui, sono un padre: “Dare alle future generazioni un’Italia in pace, prospera e solidale, in grado di assolvere a un ruolo autorevole e propulsivo all’interno di quella comunità internazionale che abbiamo contribuito a edificare. Le difficoltà che stiamo affrontando, le minacce alla nostra sicurezza e al nostro benessere vanno sostenute con la limpida coscienza dei risultati raggiunti ci accompagna la consapevolezza che in un mondo sempre più interdipendente, non potrà esservi vera sicurezza se permarranno focolai di crisi e conflitti; non potrà esservi vero benessere se una parte dell’umanità sarà costretta a vivere nella miseria“.

Che dire? Viva la Repubblica, viva l’Italia!

Alla Tedesca con furore

Finalmente la Consulta si è pronunciata in merito all’Italicum e quindi gli onorevoli ora possono fissare una data per le elezioni. Normalmente si vota ogni cinque anni oppure in seguito allo scioglimento delle Camere anticipato una volta che si attesti che l’esecutivo in carica non abbia più la maggioranza dei seggi in parlamento. Ed è il secondo caso quello più ricorrente nel nostro paese.

Le elezioni, come ogni buon trader sa, hanno ripercussioni sul mondo finanziario. Si voterà qui a breve come nel Regno Unito. La sterlina sta accusando il colpo sui mercati finanziari: un sondaggio pubblicato stamattina sui giornali inglesi dice che il partito al governo di Theresa May avrebbe perso la maggioranza e quindi la piena governabilità. Mentre in Italia prende piede l’ipotesi delle elezioni anticipate, come spiegato. Questa prospettiva non sembra preoccupare la Commissione europea, ma ha messo in allarme le agenzie di rating come per esempio la canadese DBRS. (Fonte: Wall Street Italia) L’azionario europeo è incerto sulla strada da prendere con gli investitori che non vogliono correre alcun rischio prima di conoscere le nuove indicazioni macro e da parte della Bce, nonché gli ultimi sviluppi sulla tragedia greca e sulla crisi delle due banche venete. Dal fronte delle notizie societarie, Vivendi ha ottenuto il lascia passare Ue per assumere il controllo di Telecom Italia.

Tra le cause ci sono le voci sul modello che sceglieremo per l’assetto parlamentare. La cosiddetta legge elettorale “alla tedesca”. È un sistema che rispecchia quasi matematicamente le proporzioni di voto: se un partito viene votato dal 15 per cento degli elettori, in parlamento otterrà circa il quindici per cento dei seggi. In Germania, però, è possibile votare un rappresentante scegliendolo nominalmente ed esprimere, oltre a questa scelta, un voto partitico o di coalizione. Questo modello determina il fatto che i posti in parlamento varino (ora sono 630, nel 2009 erano 622). In Italia ciò non è possibile e bisognerà dare un colpo al cerchio ed uno alla botte per far quadrare le cose.  Il sistema tedesco, quindi, con ogni probabilità produrrà un Parlamento in cui per governare sarà necessaria l’alleanza di due o più forze politiche maggiori, come accade in Germania da diverso tempo e come ha mostrato chiaramente una simulazione pubblicata domenica dal Sole 24 Ore.

Completerei l’articolo con una bella immagine di pizza… alla tedesca.

Da donnamoderna.com

Da donnamoderna.com

Napoli: l’impresa, gli allori e la panchina d’oro

Stamane il Mattino, noto quotidiano della mia città, ha dato qualche notizia alla società che, per l’opinione pubblica e per indotto, racconta bene o male tout court il posto da cui provengo. Il Napoli è in ritiro e si ritirerà da questo solo il 25 luglio. Praticamente due mesi di ascetismo condito di prove. Del resto, il club sportivo si prepara a una mini tournée all’estero con due partite. Del resto, ancora, è questo il destino che attende le squadre in lizza per la partecipazione al torneo più importante che i club europei affrontano annualmente.

Ma non sono solo CT e i giocatori ad essere messi in moto. Sempre Il Mattino parla dei rinforzi richiesti da Sarri. Si parla di Berenguer e Ounas, vicini ai nostri colori. Repubblica invece parla dell’incontro avvenuto lo scorso martedì tra il presidente De Laurentiis e l’allenatore.
Insomma, una “viva e vibrante trepidazione” (per citare un uomo che ha diretto qualcosa di grande, molto grande, con tutte le luci ed ombre del caso) con cui ci omaggia una società che dovrebbe essere l’espressione di tutto un popolo. Un popolo che lavora, che è sempre attivo, che è sempre attento al mercato esterno, un popolo di cui si accorgono le testate.

Addirittura Sacchi, sulle pagine della Gazzetta, ha parlato di grande lezione. La lezione di Sarri al calcio italiano, così titola l’editoriale di Arrigo Sacchi e da cui riporto un estratto: “Il Napoli arriva terzo in campionato e viene osannato dai propri tifosi come se avesse vinto lo scudetto. Ma questa non è l’Italia dove importa soltanto vincere anche senza merito? Il Paese dove si glorificano più i risultati che non il modo in cui vengono ottenuti? I tifosi del Napoli danno a tutti un segnale importante di crescita culturale e sportiva, che valorizza l’impegno e la bellezza a prescindere dal risultato finale. Sarri e i suoi ragazzi stanno dimostrando che ci si realizza non soltanto attraverso la vittoria, ma anche grazie all’impegno del gioco e al divertimento che si produce. Gli azzurri hanno dato tutti se stessi con generosità e non solo: hanno emozionato i propri tifosi e hanno ricevuto l’ammirazione delle tifoserie avversarie. Ebbene, questa squadra è già nella storia. Gli uomini del maestro Sarri, uno dei migliori allenatori del mondo, hanno dato spettacolo in tutti gli stadi con una crescita di gioco e un dominio totale impressionante.

Ed è così che in qualche modo abbiamo regalato più emozioni di quanto fa la Juventus. È così che abbiamo battuto Allegri. È così che Sarri è diventato il migliore allenatore del 2016. Dico abbiamo perché siamo tutti parte dell’indotto, del grande club e, così, carne viva della città che ora brilla anche della panchina d’oro. Il Premio Nazionale Enzo Bearzot è finito per la seconda volta a Napoli, così che, contando i totali di questo riconoscimento, Napoli può guardare gli altri contendenti. Contendenti che includono squadre come il Real Madrid, la nazionale maggiore o Leicester. Le eccellenze nella nostra città.

Ricorda tantissimo la città di cui mi parlava mio nonno, la città che ho ritratto tra le pagine de L’uomo è un dio mancato. Tantissimo la città che vorrei cambiare con il mio Fumus. Concludo con un’amabile foto che ho trovato tra le pagine web di Napolicalciolive.com
Troverete il famosissimo CT della nazionale del ’94 insieme ad un’altra bandiera della Napoli che cavalca (e che lo fa pure molto forte). I ragazzi di Casa Surace.

Da Napolicalciolive.com

Da Napolicalciolive.com

Dalle paralimpiadi alle olimpiadi

da quotidiano.net

da quotidiano.net

Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016: Alex Zanardi ci regala una nuova giornata magica! Qualcosa da custodire gelosamente nel baule delle meraviglie, nell’album dei ricordi azzurri delle Paralimpiadi di Rio. A trionfare è di nuovo lui, dopo l’oro e l’argento di ieri e l’altro ieri. Ancora e sempre è Alex Zanardi l’atleta capace di guidare la staffetta mista (Team Relay) della Handbike. Al secondo e terzo posto ci sono Stati Uniti e Belgio, a grande distanza dall’Italia.
Successivamente, il campione ha dichiarato: “A Londra ho affrontato il tutto in modo abbastanza scanzonato, nessuno si aspettava nulla da me, io invece ero convinto di poter far molto bene, ma questa volta tutti pensavano che per me vincere sarebbe stato facile – ha proseguito Zanardi -. Paradossalmente essere arrivato secondo nella gara in linea ha messo le cose a posto, nel senso che forse ha fatto capire alla gente che non ho vinto perché mi chiamo Zanardi, ma perché ho fatto 43 km/h di media in una gara di 20 km, questa e’ forza di braccia ed e’ tanta roba”.

Ora, questa uscita mi ha fatto molto riflettere, specie perché il nostro campione ha citato Londra.

La revoca della candidatura rischia di costare a Roma e ai romani 20 milioni di euro: il cortocircuito in cui potrebbe infilarsi la sindaca sta proprio qui. Nel giugno 2015 la città fu candidata dall’allora sindaco di Roma Marino in virtù di una mozione approvata in assemblea capitolina che lo obbligava a farlo. Su questa base Roma ha chiesto allo Stato di sostenere la sua corsa, anche economicamente. Lo Stato ha quindi accettato, escludendo altre città e mettendoci dei soldi. Perciò, adesso, Roma non può dire allo Stato: ci ho ripensato, stavo scherzando.

Questi soliti battibecchi sono quelli che generano perdite economiche, ancor più dei veri e propri giochi olimpici. Perché è vero che solo Londra e Pechino, in tempi moderni, si sono attestati come veri eventi da “bilancio in verde” per le amministrazioni locali ma questo tipico andirivieni è la rovina per noi, per la nostra immagine.

Il terrorismo non ferma noi. Non ferma gli Italiani. Non ferma l’economia.

Potremmo vivere solo di turismo. L’ho detto spesso e lo ribadisco. Ricordo l’intervento di un curato di Bari di stamane ad Uno Mattina. Uno dei tanti Italiani meridionali che ha accolto l’appello della comunità musulmana. E Bari ne ha risentito? No, anzi. Noi al meridione siamo fortissimi su questo, modestamente. Da secoli.

Oltre 23 mila musulmani hanno visitato le nostre chiese solo in Italia. Sono stato contento di registrare che è stato al Mattino di Napoli che si è espresso il presidente della Comunità religiosa islamica italiana.

Arturo di Mascio

da famigliacristiana.it

«Non bastano più messaggi di solidarietà, note di condanna, parole di biasimo. Oggi entreremo in Chiesa per compiere un gesto semplice e concreto: diremo ai nostri fratelli offesi dalla violenza che noi ci siamo, e vogliamo dar loro un abbraccio» E ancora: «Non sarà certo il gesto di oggi a porre fine al terrorismo. Ma a partire da questo gesto, vogliamo dare, insieme alla Francia, il segnale che l’Islam europeo è presente e intende dare una risposta culturale forte contro l’estremismo». Ha detto: «A noi fa molto male sentir parlare di “terrorismo islamico”. La religione islamica non ha niente a che fare con esso, non ha nessuna colpa; questo l’abbiamo detto sempre e lo ripeteremo sempre».

Al di fuori della questione umana, voglio anche dare uno sguardo a tutti gli spunti che questa situazione offre al mercato. Questa serie di attacchi tragici ha colpito tutta l’Europa. Ma questo sembra effettivamente inutile. Ad agosto – secondo il sondaggio estivo Confesercenti-Swg – saranno ben 21 milioni coloro che si concederanno un periodo di ferie, di cui 6 su 10 sotto l’ombrellone: un numero, in linea con quello registrato lo scorso anno, che dimostra come l’effetto terrore sui consumi turistici sia per ora limitato (fonte: ANSA). Spagna e Grecia sono state le regine delle mete europee scelte dagli Italiani ma anche il Regno Unito non sembra risentire dei danni della Brexit. Probabilmente perché, come ho già spiegato in precedenza, l’UK non sarà definitivamente fuori dall’Unione per i prossimi due anni. E, anzi, consiglio di dare una rilettura all’articolo postato qualche settimana fa.

Una nuova figura professionale: il trader online

Chi non è mai incappato in video virali (magari anche carichi di virus informatici) che illustrano le possibilità di guadagnare centinaia di euro a settimana grazie alle opportunità della comunità internettiana?

Tuttavia, per poter guadagnare in modo sano grazie ai propri investimenti nel trading online è importante conoscere le basi riguardanti questo tipo di operazioni. Se il trading può diventare un vero e proprio lavoro, inizialmente è bene considerarlo esclusivamente un metodo per arrotondare la busta paga mensile.

Come funziona il trading online? I grandi investitori si occupano quotidianamente di acquistare e vendere beni. Di regola questi scambi comportano che il valore di ogni bene acquistato salirà per ogni volta che è stato venduto. Il trading online però non funziona così perché in sostanza non viene acquistato nulla. Si specula solamente sull’andamento delle quotazioni di qualsiasi bene contrattato nel mercato. Un po’ come un circolo scommesse, per intenderci.

Del resto, la materia trattata online è puramente virtuale e, per questo, rimane immateriale. Io ho portato avanti questa professione per lungo tempo, specie quando il mondo dell’irrealtà era ancora una materia per nerd informatici e per poche nicchie di acquirenti nascoste nel globo. E’ per questo che mi preme tanto informare – e fare buona informazione – i miei lettori su questa materia. Distinguete tuttavia questa figura (il trader online) non solo da quella del trader fisico, classico, ma anche da quella del cyber truffatore con la quale un trader non ha nulla a che fare. Certo, è un mestiere rischioso e anche un po’ cinico, ma non ha nulla a che vedere con quegli annunci in cui si incappa spesso sulla rete.

Qui si tratta di previsione. Un po’ come avveniva all’epoca allo stock exchange. Il trader può decidere se investire nell’aumento della quotazione di un indice o di un’azione, oppure nella diminuzione di tale valore. da leggioggi.it

L’ira di Herdogan e le sue ripercussioni

da squarespace.com

da squarespace.com

Ha rimosso trenta governatori regionali e cinquanta alti funzionari. In più, ora è in vigore la legge marziale oltre al coprifuoco. Stamane, ad un intervento ad Uno Mattina, Paolo Mieli e colleghi hanno spiegato che una rappresaglia così veloce e selettiva indica la presenza già ponderata di una lista nera da parte del governo. E se questa è la realtà, vuol dire che c’è da preoccuparsi.

Il leader di un paese che dovrebbe essere democratico quando il nostro ha effettuato una vera e propria purga. Quasi otto mila arresti. Giudici, generali, governatori e procuratori. E 232 turchi morti.

Questo ovviamente ha grandi ripercussioni sui trader e la loro attività. Unicredit ha dovuto scegliere un nuovo AD, Jean Pierre Mustler, per rafforzare il cuscinetto patrimoniale della banca. E, con una cessione del 10% a Yapi Kredit, chiaramente, la situazione è divenuta particolare.