Tra pochi giorni vi sarà il referendum del 17 aprile che sancirà il destino dell’ambiente da un lato e dell’escavazione del petrolio dall’altro.
La questione petrolio sfocia su ambiti ancor più grandi e rilevanti difatti nella data suddetta avverrà un altro importante evento: tutti i 13 membri dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) insieme a Russia, Messico e altre cinque Nazioni non facenti parte dell’OPEC prenderanno parte ad un meeting dove i leader di queste nazioni discuteranno un accordo volto a congelare la produzione di petrolio ai livelli di gennaio. Alcuni investitori si dicono fiduciosi in merito a questo incontro altri invece hanno già mostrato nei giorni precedenti dei dubbi concreti su un risollevamento anche economico di questo genere. Dubbi che nascono probabilmente dalla bassa quantità di domanda rispetto all’offerta , ma anche da un altro aspetto importante che riguarda l’economia, cioè l’inflazione registrate dalle Banche.
A questo proposito vorrei riportare alcuni pensieri del nostro Ministro dell’Economia Piercarlo Padoan che si rifà sempre anche ad una ormai impiantata problematica economica del nostro Paese. Afferma, ad un domanda del sole 24 ore su i dubbi degli investitori, che i mercati non dispongono ancora di un quadro completo, visto che il lancio del fondo è appena stato annunciato, e questa mancanza di informazioni si traduce in nervosismo. Forse, e dico forse, parla dello stesso nervosismo di tutti quegli italiani che da troppo tempo risentono di una mancata stabilità economica.
Ma per il nostro ministro tutto andrà bene, anzi si parla addirittura di un passo importante per l’Italia che colmerà vuoti e ritardi. Se qualcuno non avesse ancora capito di cosa stiamo parlando, chiarisco subito le idee.
Giorni fa il nostro premier ci ha parlato del Fondo Atlante. Che il suo nome ci faccia partire prevenuti riconducendolo alla sua storia mitologica è fatto concreto, ma che le parole di Renzi ci sembrano ormai stonate è ancor più veritiero: “ha preso il via il fondo che investirà negli aumenti di capitale richiesti dalla BCE e che rileverà anche una quota non marginale dei crediti in sofferenza”. Da quello che scrivono alcune firme su il Sole 24 ore, e da quello che ormai continuiamo ad ascoltare su tale progetto è che il fondo sarà gestito da una sgr privata e sarà finanziato da capitali privati su basi esclusivamente volontaria. Adesso il mio dubbio a differenza degli investitori è solo uno: questi finanziamenti privati non avranno mica ‘un so che’ di pubblico? O un ‘non so che’ di deficit?