Theresa May è la nuova leader del partito conservatore e diverrà la seconda donna primo ministro britannico mercoledì. La cinquantanovenne ministro dell’interno è nata a Brasier il 1 ottobre 1956, figlia unica di un vicario anglicano del Sussex, si è laureata in Geografia all’università di Oxford. Una conservatrice vera. Con una lunga carriera politica alle spalle.
Ha iniziato la sua carriera nella Bank of England in Francia. Iniziò a fare politica proprio con Margaret Thatcher. Non ha paura di farsi nemici, è più conservatrice di Cameron. “So di non essere un politico che si mette in mostra. Non faccio il tour degli studi televisivi, non faccio pettegolezzi durante i pasti, non bevo nei bar del Parlamento, non parlo a cuore aperto. Faccio semplicemente il lavoro che ho davanti”, ha detto di recente.
La prima elezione ad un seggio al parlamento arriva nel 1997. Da quel giorno una elezione dopo l’altra si è conquistata la fiducia dei Tory e la candidatura a leader del partito. Nel 1999 è diventata segretaria ombra per l’Educazione e nel 2002 prima donna a ricoprire l’incarico di segretaria generale del partito conservatore. I primi ministeri ombra di una lunga serie. Nel 2010 è stata nominata ministra dell’Interno dal premier David Cameron, con l’obiettivo di controllare l’immigrazione e ridurre i crimini. Ci è riuscita, nonostante gli scontri con la polizia per il taglio ai fondi destinati. Nel 2013 ha espulso l’imam radicale Abu Qatada, mossa che le ha dato molta notorietà e le ha permesso di tagliare il traguardo del record di massima durata al ministero dell’Interno nella storia d’Inghilterra.
La mossa che ha permesso a Theresa May di tagliare la strada a Johnson e gli altri concorrenti alla leadership dei Tory è stato lo schierarsi contro la Brexit ma senza esagerare. Rispettando il desiderio di molti di lasciare l’Ue. “Brexit significa Brexit”, ha detto, e “non ci devono essere tentativi di restare nell’Ue, di rientrare dalla porta posteriore, di fare un secondo referendum”.