Dobbiamo una volta per tutte renderci conto che non si può più andare avanti con questa pressione fiscale che sta uccidendo l’economia italiana. La riduzione della pressione fiscale, che oggi è ufficialmente del 45,3% ma in realtà arriva al 54%, rende, dunque, non più rinviabile ridurre il carico fiscale, partendo da una riduzione degli oneri fiscali e dell’IRAP, poi delle imposte sui redditi (iniziando dalle aliquote più basse) ed infine delle imposte sui consumi.
Bisogna inevitabilmente ridurre le tasse sul lavoro, concentrata, appunto, sugli oneri sociali, sulla base imponibile IRAP e sull’IRPEF sui bassi redditi da lavoro dipendente, è l’unico modo per acquistare in fretta competitività.
Bisogna rivedere il cosiddetto “redditometro” eliminando alcune evidenti anomalie ed illogicità al fine di dare una sempre più veritiera rappresentazione della capacità contributiva dei soggetti sottoposti a controllo, e dall’altra introducendo tutte le necessarie garanzie a tutela del contribuente che oggi vede fortemente limitato il proprio diritto di difesa. Abrogazione immediata dell’imposta sulla prima casa e il trasferimento del gettito integrale dell’IMU sulla seconda casa ai comuni.
La prima casa non deve essere pignorabile, perché è il principale patrimonio delle famiglie italiane, primo passo per la sicurezza e la crescita economica e sociale.
Occorre che ci sia un immediata ripresa degli investimenti e delle infrastrutture. La riduzione della spesa deve essere concentrata nella spesa improduttiva, ma non deve precludere la possibilità di realizzare le opere necessarie per migliorare il contesto in cui agiscono le imprese e vivono i cittadini.
E tanto altro ancora……..
Questi sono solo alcune mie considerazioni su ciò che andrebbe fatto per migliorare le condizioni dei cittadini.
Arturo Di Mascio