Le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio sono dannose per gli Stati Uniti. Trump non ha torto se dice che i leader dell’UE su dazi e sussidi non hanno nulla di buono da spiegare.
Perché, anche se è sicuro che il dazio medio, applicato dall’Unione europea del 3.5%, nei confronti degli USA è più basso rispetto a quello applicato al resto del mondo, esso non è da considerare nel suo totale medio per avere un’esatta visione della situazione reale, visto che sono le singole parti ad avere una significativa incidenza sul flusso commerciale.
Riassumiamo: i dazi che si concentrano su alcuni prodotti sono roba da guerra commerciale, più che da protezionismo buono e giusto. Trump porta un esempio, le automobili, il cui dazio di importazione è del 10%, ma possiamo parlare dell’alluminio (7.5%, contro il 2.8% imposto dagli USA), del sughero (4.6%, contro l’assenza di dazi negli USA) e delle assurde aliquote dei dazi che colpiscono duro il settore agricolo: 17.3% sul miele, 13.6% sulle carote, 14.4% sulle patate, 20.8% sulle fragole, 12.8% sui limoni, 12% sulla carne di manzo e di agnello.
Niente tariffe, barriere commerciali e sussidi, come auspicato da Trump, rappresentano alla fine, più che provocazioni fine a sé stesse, una vera bomba sulla disonesta realtà “celata”, di un’Unione europea protezionista.
Apertura sì. Apertura no. Trump c’è ed è pronto ad abbattere queste barriere commerciali, ora. Trump trova le soluzioni, fa le cose e mantiene le promesse; ma questo modo di fare politica è legale?
Arturo Di Mascio