Questa settimana vorrei parlare, e non sono certamente il primo, di due pensieri contrapposti sull’euro agli albori della sua nascita. Comincio da quello che a mio giudizio ritengo più autorevole e cioè al pensiero di una personalità che si schierò contro l’Euro e cioè Margaret Thatcher. Nel corso della settimana parlerò di cosa ne pensava e cosa ne pensa oggi, il meno autorevole nostrano Romano Prodi.
Margaret Thatcher sentenziò senza mezzi termini: “l’euro è un pericolo per la democrazia, sarà fatale per i paesi poveri. Devasterà le loro economie” Mentre Romano Prodi sosteneva. “con l’euro lavoreremo un giorno in meno, guadagnando come se lavorassimo un giorno in più” (ma questa idea sarà da me affrontata in un prossimo articolo).
Va ricordato che nel Regno Unito la Thatcher, la Lady di ferro, adottò provvedimenti per la lotta all’inflazione, con forti aumenti dei tassi di interesse, la riduzione della spesa pubblica, con forti tagli alla spesa sociale, la riduzione delle tasse, le privatizzazioni anzidette, le liberalizzazioni.
Ma questo drastico e forte metodo per l’economia, noto come “thatcherismo”, rilanciò il pil, l’occupazione, ridusse l’inflazione e fu cosi che il regno Unito riuscì a non essere travolto dalla crisi che invece travolse i paesi in zona euro.
Dunque la Thatcher si rifiutò di aderire all’unione monetaria e di cedere quote di sovranità a Bruxelles.
Ella definì l’euro “un pericolo per la democrazia”, non aveva alcuna intenzione di equiparare la democrazia, legata sempre e comunque a l’economia, di Londra con ad esempio Atene.
Dovette per questo affrontare lotte interne al suo partito che la portarono alle dimissioni nel novembre del 1990, dopo 11 anni e mezzo di primo ministro, che addirittura la fecero piangere.
Attacchi speculativi contro la sterlina fecero pensare subito a un grande errore della Thatcher, tanto che la popolazione britannica si tormentava di aver sostenuto in qualche modo l’idea thatcheriana.
Oggi però, la scelta della lady di ferro sembra essere invece rivalutata in positivo. Tanto e vero che anche se l’economia inglese non stia vivendo un periodo di rose e fiori, è stata però tenuta fuori dall’Area Euro e dalle sue disavventure e ciò proprio grazie a Margaret Thatcher e successivamente grazie al successore John Major, che fu suo ministro dell’Economia.
Quindi ricordiamo che Margaret Thatcher La Lady di Ferro non vedeva di buon occhio l’unione politica e burocratica di paesi completamenti diversi in metodi di vivere e cultura, ma credeva nel libero mercato, e di questo ne aveva alimentato le possibilità interne ed esterne al suo Paese.
Con Ronald Reagan aveva progettato e auspicato all’attuazione della globalizzazione economica e finanziaria, quale antidoto allo statalismo e alla sua inefficienza.
Cosa dire? “Ai posteri l’ardua sentenza!”
Io dico che aveva ragione, forse era meglio parlare di un euro come moneta virtuale di scambio, lasciando la sovranità monetaria e valutaria ad ogni stato europeo, ma siccome oggi, bando alle chiacchiere e alla propaganda, non si può uscire dall’euro, bisognerà lavorare per un sistema di sovranità monetaria, di economia globalizzata europea, tenendo conto della realtà in cui vive ogni Paese aderente.
Arturo Di Mascio