A Benevento è stato fermato uno dei tanti “truffatori dello specchietto”. Si tratta di un pregiudicato di 26 anni colto in flagranza di reato mentre cercava di rapinare (truffando quindi) un sacerdote in via degli Italici a Benevento. La tecnica tipica di questo genere di reato è più o meno un classico.
Ci si dirige dal malcapitato contestandogli di aver subito un danno dalla propria autovettura per ricevere del denaro contante in cambio. Lo scenario si ripete con dei veri e propri dogmi del caso: si insinua che il veicolo danneggiato è privo di assicurazione per la responsabilità civile, che il danno cagionato dev’essere corrisposto subito in contanti. Ciò fatto, se si associano un paio di facce da brutti ceffi il gioco è fatto. Al povero malcapitato verrà la tremarella e prenderà tutto il contante disponibile pur di far allontanare queste persone.
A Napoli è successa da poco una cosa del genere ad un carabiniere ma quello che è appena accaduto a questo sacerdote di Benevento fa davvero pensare alla mano di Dio. La stessa mano descritta tra le pagine de L’Uomo è un dio mancato. In questo caso il povero uomo di fede è stato tempestivamente soccorso dalle forze dell’ordine che hanno sottoposto a foglio di via il truffatore. Erano in allerta: lo stesso episodio si era ripetuto nei paraggi nei giorni precedenti.
Le forze dell’ordine vanno rispettate sempre così come accaduto al povero imprenditore Di Mascio quando arrivò una spiacevole notifica. La mano di Dio si manifesta sempre quando una persona è nel giusto. Di questo ne siamo perfettamente consapevoli. Davanti alla legge, chi sa come comportarsi ottiene sempre fiducia. Vale per i carabinieri, per i disonesti, per i preti e … per gli onesti imprenditori.
L’intera vicenda è raccontata in dettaglio tra le pagine de L’uomo è un dio mancato al capitolo ottavo.