Necessario sbloccare i crediti del superbonus 110. Il governo intervenga

La corsa al superbonus 110% è ripartita a seguito dell’entrata in vigore lo scorso 30 luglio 2022 del Decreto Aiuti DL 50/2022, convertito in legge 91/2022 , ma molte criticità sono rimaste, ma alcune criticità sono rimaste inalterate e per alcuni le nuove disposizioni normative sembrano essere un semplice contentino.Ma vediamo le principali difficoltà per chi entra in questo vorticoso e complesso utilizzo del superbonus 110.

Dal  mese di marzo 2022 fino a oggi le banche hanno terminato il    proprio plafond fiscale e non accettano alcun credito da cedere. Ciò ha comportato per le imprese edili un problema di liquidità che ha determinato la sospensione ed in alcuni casi l’interruzione a metà dei lavori.

Si rischia dunque che dopo aver demolito la propria casa, non si ha una data finale dei lavori e con la paura di perdere il bonus se i lavori non termineranno entro il 31 dicembre del 2022.

Senza la liquidità necessaria per affrontare l’intera spesa o senza avere accesso al credito potreste avere la vita rovinata e abitare in affitto per un lungo periodo. . Molte imprese si sono così trovate in seria difficoltà: non potendo cedere i crediti maturati, non possono trasformarli in denaro per la loro attività.

La conversione in legge del decreto aiuti non ha migliorato di molto la situazione (. La legge aveva previsto si un ampliamento della cessione del credito, ma solo per le domande pervenute dopo il 1 maggio 2022. L’ampliamento in questione riguardava la possibilità per le banche di crediti ai loro correntisti business (professionisti, imprese, partite IVA). I crediti comunicati fino al 30 aprile 2022 non avrebbero potuto quindi usufruire di questa possibilità.

E’ quindi prioritario che il governo attualmente in carica proceda con strumenti di urgenza, vista le prossime elezioni di settembre, a trovare una soluzione definita in merito a Superbonus e decreto semplificazioni.

Ma il Governo non ha ritenuto di dover intervenire nel testo del Decreto Aiuti-bis, cosa che con le elezioni alle porte il Parlamento, invece potrebbe essere più libero per incidere nel percorso di conversione in legge. Ed in attesa che l’aula del Senato cominci la discussione sul testo del disegno di legge (in previsione il 6 settembre), diversi sono gli emendamenti presentati che riguardano gli articoli 119 e 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).

Molti sono gli emendamenti presentati, in particolare dal centrodestra di governo come quello relativo  all’art. 119 del Decreto Rilancio volto a concedere più tempo per l’utilizzo delle detrazioni fiscali del 110% per gli interventi sugli edifici unifamiliari.

E l’emendamento 12.0.8 chiede di aggiungere al D.L. n. 115/2022 l’art. 12-bis che vorrebbe modificare l’art. 119, comma 8-bis, secondo periodo, del Decreto Rilancio, del comma relativo alle eccezioni temporali alla scadenza generale del 30 giugno 2022.

In particolare, con questa modifica si chiede di abrogare dal secondo periodo le seguenti parole “a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo, nel cui computo possono essere compresi anche i lavori non agevolati ai sensi del presente articolo”. In questo modo la scadenza per le unifamiliari sarebbe fissata al 31 dicembre 2022 senza necessità di dover completare il 30% del SAL entro il 30 settembre 2022.

L’emendamento 33.0.3 chiede di aggiungere al Decreto Aiuti-bis l’art. 33-bis che modifica l’art. 119, comma 8-bis, secondo periodo, del Decreto Rilancio prorogando la scadenza delle unifamiliari al 2023.

Ma la nota “più dolente” riguarda una soluzione definitiva al problema del blocco della cessione dei crediti edilizi. Le ultime modifiche arrivate dal Decreto Aiuti e dal Decreto Semplificazioni fiscali sono state vanificate dai contenuti della super circolare n. 23/E/2022 dell’Agenzia delle Entrate sulla responsabilità solidale dei fornitori che applicano lo sconto in fattura e dei cessionari che acquistano i crediti.

Andando nello specifico:

Tra gli emendamenti presentati ci sono gli emendamenti 12.0.9, 12.0.10, 12.0.11 e 12.0.12 che chiedono di aggiungere al Decreto Aiuti-bis l’art. 12-bis titolato “Bonus edilizi – Responsabilità del cessionario finale”. Questa disposizione prevede una modifica dell’art. 121, comma 1 del Decreto Rilancio ed in particolare:

  • alla lettera a), è aggiunto, alla fine, il seguente periodo: “La necessaria diligenza dei soggetti che acquistano i crediti dagli intermediari finanziari ai sensi del presente articolo, è sempre dimostrata nel caso in cui tali soggetti non abbiano mai avuto alcun ruolo nell’origine e nella fruizione di tali crediti, prima di detto acquisto”;
  • alla lettera b), sono aggiunte, alla fine, le seguenti parole: “La necessaria diligenza dei soggetti che acquistano i crediti dagli intermediari finanziari ai sensi del presente articolo, è sempre dimostrata nel caso in cui tali soggetti non abbiano mai avuto alcun ruolo nell’origine e nella fruizione di tali crediti, prima di detto acquisto”.

In questo modo ai cessionari che non abbiano mai avuto alcun ruolo nell’origine e nella fruizione di tali crediti, sarebbe esclusa qualsiasi tipo di responsabilità solidale.

Un altro emendamento (il 31.0.2) chiede di aggiungere l’art. 31-bis col quale viene previsto direttamente che per i cessionari non si applica la responsabilità in solido di cui all’articolo 121, comma 6, Decreto Rilancio, anche per i crediti maturati prima dell’entrate in vigore della legge di conversione. Altri interessanti emendamenti riguardano la credibilità dei crediti di imposta. In particolare sono proposte le seguenti modifiche dell’art. 121 del Decreto Rilancio:

  • al comma 1, alla lettera a), le parole: “due ulteriori cessioni solo se effettuate” sono sostituite dalle seguenti: “ulteriori cessioni solo se effettuate limitatamente alla prima delle ulteriori cessioni” e dopo le parole: “società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del predetto testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia” sono inserite le seguenti: “, società di cui alla legge 30 aprile 1999, n. 130, organismi collettivi del risparmio ai sensi del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58”;
  • al comma 1, alla lettera b), le parole: “due ulteriori cessioni solo se effettuate” sono sostituite dalle seguenti: “ulteriori cessioni solo se effettuate limitatamente alla prima delle ulteriori cessioni” e dopo le parole: “società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del predetto testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia” sono inserite le seguenti: “, società di cui alla legge 30 aprile 1999, n. 130, organismi collettivi del risparmio ai sensi del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58”.

Altra importante modifica riguarda l’inserimento all’art. 121 del Decreto Rilancio dei commi 1.1 e 1-quinquies che prevedono:

1.1 Le opzioni di cessione di cui al comma 1 successive alla prima possono essere esercitate, per gli interventi elencati nel comma 2, esclusivamente previo espletamento da parte di un tecnico abilitato, iscritto al relativo albo professionale, incaricato dall’istituto di credito o dai soggetti vigilati che intervengono nelle operazioni, di accertamenti e sopralluoghi presso gli immobili oggetto dei lavori aventi diritto alla detrazione d’imposta necessari a valutare lo stato di consistenza dei lavori già eseguiti.

1-quinquies. Alla comunicazione telematica relativa all’opzione di cui al comma 1 è allegata altresì la documentazione di cui al comma 1.1. L’Agenzia delle entrate provvede, entro 5 giorni dall’invio della comunicazione, alla verifica della predetta documentazione e agli eventuali controlli di cui all’articolo 122-bis.

Io in qualità di operatore finanziario e privato cittadino voglio segnalare , la gravissima, drammatica e insostenibile situazione della quale sono vittime centinaia di famiglie italiane.

Da molti mesi il mercato della Cessione del Credito Fiscale generato dai Bonus Edilizi è completamente bloccato e miliardi di euro sono incagliati!

Le imprese hanno i cassetti fiscali pieni e i conti correnti vuoti; le famiglie sono sfollate, hanno le case sventrate con i cantieri bloccati e non hanno alcuna possibilità di poter pagare i lavori da ultimare!

Le imprese e i cittadini stanno attraversando una profonda crisi che può essere arginata solo in Parlamento il 6 settembre!

In questa data tutti i partiti saranno chiamati a votare il Decreto aiuti bis in sede di conversione in Legge del “Decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”.

Le forze politiche devono necessariamente votare l’emendamento che  eliminerà la Responsabilità Solidale tra Cedente (il committente dei lavori che cede il credito fiscale) e Cessionario (cioè chi acquista il credito principalmente le banche) ripristinando l’art. 121 comma 6 del Decreto Rilancio, in modo da poter “sbloccare così tutti i crediti fiscali incagliati e salvando milioni di famiglie, lavoratori e imprese”

Ricordiamo al Governo e al Parlamento che la circolare n. 23/E del 23 giugno 2022 nella quale l’Agenzia delle Entrate ha riepilogato le regole sui bonus alla luce delle novità legislative emanate negli ultimi mesi, ha causato il blocco dei crediti e la drammatica situazione in cui ci troviamo!

Questa circolare ha infatti imposto alcuni assurdi indici per la verifica della diligenza dei Cessionari nell’acquisto dei Bonus Edilizi ed ha introdotto la Responsabilità in Solido tra “Cedente” e “Cessionario” in caso di frodi o errori procedurali.

Inoltre, i ritardi dovuti al blocco delle cessioni e alle non normate tempistiche delle Società di Revisione delle banche che sono immobili nell’esame delle pratiche, stanno causando ulteriori danni economici a tutte quelle famiglie che potevano avere un risparmio economico tramite l’installazione di pannelli fotovoltaici e fronteggiare così l’aumento folle di luce e gas.

Lo Stato sin dall’inizio ha stabilito dei termini contrattuali che  “in corso d’opera – proprio nella fase esecutiva del contratto – ha cambiato improvvisamente ed unilateralmente, scorrettamente, lasciando così improvvisamente milioni di famiglie ed imprese nell’oblio, in rovina e disperati!

C’è poi anche l’impegno che l’Italia ha intrapreso con la UE; infatti dal 2030 in poi, secondo il piano UE per l’efficienza energetica, i nuovi edifici non dovranno  produrre emissioni nocive (la data per gli edifici pubblici è anticipata al 2027). Eventuali sanzioni saranno demandate  agli stati membri.

“Il Superbonus per 50mila imprese è questione di vita o di morte. E’ d’obbligo che alle imprese che hanno già fatto i lavori e che hanno già anticipato i soldi vengano riconosciuti questi soldi, perché parliamo di decine di migliaia di imprese che vanno incontro alla chiusura.” E’ quindi prioritario che il governo attualmente in carica proceda con strumenti di urgenza, vista le prossime elezioni di settembre, a trovare una soluzione definita in merito a Superbonus e decreto semplificazioni.

Anche NOMISMA S.p.a., ha decretato che il Superbonus garantirà a fronte di una spesa di 37 miliardi un ritorno economico di 125 miliardi con più di 634 mila assunzioni, un ritorno del 300%!!!!

E da sempre è risaputo che l’edilizia è il primo volano dell’economia e quindi tutto a catena riparte se l’edilizia si muove.

Sbloccare il Superbonus nella sua interezza è pertanto un atto importantissimo e necessario nei confronti  dei cittadini e delle imprese  in primis e, in una visione più ampia, dell’Unione Europea!

E’ l’ultima chance…

Arturo Di Mascio da https://www.notizienazionali.it/notizie/attualita/35690/necessario-sbloccare-i-crediti-del-superbonus-110-il-governo-intervenga