Stamane i principali programmi di approfondimento stanno dando grandissimo spazio alla tragedia di Piazza S. Carlo a Torino. Ho atteso la freddezza del lunedì per rilasciare un commento lucido invece di fare la corsa al tweet, all’articolo, alla redemption, ai feed e quant’altro sia tipico appannaggio da giornalista.
Io mi metto dalla parte di quelli che vanno a votare. Perché anch’io vado a votare; anch’io sono un contribuente. Anch’io ho figli. Anch’io ho paura.
All’alba di lunedì continua a girare un video, quello di un ragazzo con zainetto in fondo a piazza San Carlo a Torino. C’è chi millanta per lui un tipico atteggiamento terroristico (foto di Libero in articolo) di un ragazzo in fondo alla piazza … mentre la folla bianconera corre già come in una famosa scena che mio figlio ha visto con me al fianco al cinema, quando anche un re leone può essere ucciso dal calpestìo. Sono scene che si commentano da sole.
Come noi votiamo, paghiamo le tasse, abbiamo figli, abbiamo paura, l’hanno anche i Londinesi. Lì il furgoncino c’era sul serio. E c’erano coltelli, non vetri rotti di bottiglia seminati per terra. I londinesi hanno gestito l’emergenza. Certo, lì i terroristi passano sul serio, ma nessuno è scappato via calpestando il figlioletto di qualcun altro. Bisogna assumere comportamenti virtuosi, altrimenti la prossima frontiera del terrorismo sarà gridare al lupo! Al lupo!