Mi piacerebbe capire se è un demerito o se invece è il giusto riconoscimento per un lavoratore. Distinguerei tra imprenditore e manager.
L’imprenditore si accolla il rischio d’impresa. Lo studiamo alla facoltà di legge tanto a quella di scienze della formazione. E direi che anche un buono studente di lettere moderne potrebbe arrivarci da solo.
Ma andiamo per gradi.
Marco Tatuano, AD di Telecom Italia ha dato le proprie dimissioni. L’azienda ha pubblicato una nota in cui spiega che l’«efficacia è subordinata all’approvazione da parte dei competenti organi sociali dei relativi termini e condizioni». Marco Patuano, aggiunge il comunicato del gruppo tlc, «si qualifica come amministratore esecutivo non indipendente; alla data odierna, possiede 70.000 azioni ordinarie e 30.000 azioni di risparmio Telecom Italia».
Evidentemente il confine non è così sottile come credevamo. Si tratta di un manager pubblico – quindi di un dipendente, si – ma un dipendente con partecipazioni sociali.
Per chi mastica un po’ meno il gergo dell’imprenditoria, voglio farla semplice. Marco Patuano possedeva circa centomila azioni dell’azienda di cui era dipendente. Quindi in realtà era anche il proprio datore di lavoro. E qui aprirò un’altra finestra.
Ma è bene ricordare un semplice conto. Se ognuna di quelle azioni ordinarie in cui ha investito l’ex AD avesse avuto valore di mercato pari ad un euro cadauna e in un mese avesse sistematicamente fatto quello che fanno molti dipendenti pubblici – cioè marcare il badge e tornare a casa – avrebbe praticamente perso tutti i suoi soldi.
È pur vero, e torno all’argomento precedente, che con cifre simili ci si può sedere al tavolo dell’assemblea dei soci e dettare condizioni simili per cui avrebbe continuato a guadagnare a scapito degli stipendi di altri dipendenti a livelli differenti. Com’è pur vero che ogni buon manager sa crearsi la propria motivazione.
Quel che è contestabile è quel che riassume in due righe il Sole 24 Ore: si parla di circa 7 milioni di euro, qualcosa in più di due anni di retribuzione, come previsto dal contratto dei dirigenti.
Contratto dei dirigenti? Parliamo del rischio di impresa dei soci. Quello lo comprenderei.
Con l’addio di Patuano scatta l’iter per trovare il suo successore. Tra i favoriti, compare, nonostante le smentite ufficiali, l’ad di Ntv, Flavio Cattaneo.