Banche si, banche no

Stamane mi ha colpito un articolo di Alberto Battaglia sulle pagine di Wall Street Italia. Si chiama Le confessioni di un banchiere come la grande finanza vince sempre.

Chiaramente è limpido come il cielo il riferimento al salvataggio di quattro – se non più – banche da parte del governo. Bruno Livraghi, personaggio di I Diavoli, romanzo Guido Maria Brera, cofondatore del gruppo Kairos.

“Il mondo dei gestori si divide sostanzialmente in due grandi gruppi”, afferma Livraghi, “da una parte ci sono i gestori descritti dalla ‘Grande Scommessa’ (‘The Big Short’), il film candidato all’Oscar sulla crisi del 2008. Sono spesso dei matematici, sono molto tecnici e studiano le incongruenze dei mercati da un punto di vista quantitativo. La seconda categoria è molto più complessa: si tratta infatti di gestori che influenzano la vita politica ed economica dei Paesi in cui operano.

Ma non è che i secondi siano necessariamente i cattivi della finanza, perché la morale

“Non esiste in finanza, e non appartiene a nessuna delle due categorie. Chi fa soldi è pagato per far soldi”. “Il problema può nascere quando il rapporto tra regolato e regolatore diventa ambiguo”.

Nel gruppo dei gestori che influenzano la politica sono compresi quelli attivi dopo i crolli del mercato, quando lo stato interviene per ridefinire le condizioni per le quali avviene il risanamento.

Queste persone agiscono nelle fasi di ricostruzione ed investono su operazioni spesso garantite dalla politica. La loro sfera di influenza è ampia e va dalle riforme all’Introduzione di strumenti innovativi generosamente suggeriti – da loro stessi o tramite banker – ai dicasteri finanziari di stati sovrani.

Un aspetto molto interessante per l’attualità, nella quale l’alter ego di Guido Maria Brera esprime un giudizio molto cinico sulla risoluzione del nodo dei crediti deteriorati del sistema bancario italiano:

Sono pronto a scommettere che a breve, in Italia, verrà varata una riforma sul diritto fallimentare e verranno accelerate tutte le procedure; verranno limitati i diritti dei debitori e questa riforma potrà essere servita su un piatto d’argento ai compratori di Npl’s che dovranno recuperare i crediti deteriorati.

In conclusione:

I grandi patrimoni, al contrario delle persone comuni, hanno accesso a strumenti di investimento più esclusivi e meno rischiosi. Quando la banca dei piccoli risparmiatori collassa, interviene un fund manager che va a rovistare nelle macerie ed estrae pepite d’oro. La falla sta nella circolarità di questo processo che massacra i piccoli e fa fare soldi a palate ai più grandi.

da ytimg.com

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Mi rendo conto che oggi come oggi la grande difficoltà in Italia è quella riguardo gli investimenti finanziari – motivo per cui più di un conoscente ha spostato i propri interessi, dalla finanza all’immobiliare, tanto da poter assicurare un futuro ai propri figli – quanto mi rendo conto che sono i grandi gruppi a far girare la moneta.
Così come per il mercato del lavoro anche quello delle obbligazioni si è sempre più raffinato. Un popolo attento è anche un popolo vincente. Non bisogna guardare solo alla nostra repubblica.

Da prete dico no al boicottaggio di Elton John

da blitzquotidiano.it

da blitzquotidiano.it

Uso il titolo dell’Huffington Post per parlare di un tema a me caro.

Con un accorato e convinto appello, il papa ha sostenuto la pastorale della giornata di preghiera e riflessione contro la tratta delle persone. Nessuna migliore occasione di questa per l’anniversario di Bakhita, la sudanese schiava giunta in italia e divenuta suora. Santa dal 2000.

Ho già trattato riguardo il tema dell’immigrazione. Sposo perfettamente la posizione del pontefice che evidentemente nota i volti dei nuovi schiavi. Schiavi che qui continuerebbero ad essere tali se il nostro paese continua ad essere così, allo sbaraglio. Un paese privo di democrazia che colpisce i bambini di chi non paga le tasse. Cosa sarebbe la nostra nazione se ad immigrati disperati togliessimo anche il diritto di vedere i loro bambini integrati – anche tramite il gioco?

Ampia la gamma di altri temi affrontata da papa Francesco all’Angelus, dalla Chiesa “pescatrice” di uomini che “non fa proselitismo” ma porta amore, al ricordo dei due grandi confessori Pio e Leopoldo, alla richiesta di una “soluzione politica” per la “amata Siria”, all’applauso chiesto alla piazza per i fratelli dell’Estremo oriente che domani festeggiano il capodanno lunare, fino alla richiesta di preghiere per “accompagnare – ha detto – il mio viaggio in Messico e anche l’incontro che avrò all’Avana con il mio caro fratello Kyrill”.

Di fronte a questi temi mi viene poco difficile riflettere su serate “arcobaleno” come quella di ieri, in inaugurazione del Festival di San Remo. Si, Noemi ha dichiarato di cantare di immigrazione. Ma, di fatto, tra lei e il racconto di Elton John, si è spostata l’attenzione da questi temi di attualità, importanti, a generi che a mio avviso possono attendere.

Ecco quanto costerebbe l’addio a Schengen

Caparello, sulle pagine di Wall Street Italia riporta una cifra che si attesta attorno ai 100 miliardi annui. Una sorta di penale per abbandonare quello che è un trattato che ha creato un’area di libera circolazione delle persone, come se fossero merci. Ma le merci non parlano, non pensano, non votano, non devono sfamare bambini, non hanno accesso a sistemi previdenziali.

In testa a chi contribuisce a questo sistema c’è la Germania. E il nostro paese è al secondo posto, con 13 miliardi di perdite contro una cifra più che doppia per Berlino.

Eppure, pendolari di Danimarca e Svezia devono attendere 45 minuti in più per la verifica di documenti da parte di Copenaghen. Un travaglio. Un travaglio che i nostri stessi figli potrebbero dover partire per doversi muovere – ad esempio – da Genova a Nizza. Per lavoro. O per Erasmus. O da Bari a Tirana. Tutto questo perché si è pensato di aprire le frontiere a tutto e tutti.

Come ho scritto in uno dei miei libri, quando ero piccolo sognavo di diventare importante per poter riservare ad altri quello che era riservato a me. O quello che avrei guadagnato io. Guadagnato. Non “ottenuto in regalo”. Aprire le frontiere a tutto e tutti non crea né privilegio né tutela. Solo pericolo. Pari modo per ospiti ed ospitanti. Regno Unito e Stati Uniti hanno politiche molto precise per l’immigrazione e se è pur vero che quell’immigrazione crea ricchezza, è altrettanto vero che la ricchezza si crea con la formazione. Non con il guazzabuglio.

Angela Merkel difende a denti stretti la sua politica diretta a lasciare in Europa una porta aperta ai migranti in fuga da persecuzioni, povertà e guerre.
Per le sue azioni, Merkel è stata persino citata tra i nomi candidati al Nobel per la Pace di quest’anno. Ma il suo piano per uscire dalla crisi non è ancora certo di andare in porto. “Ci saranno complicazioni e ribellioni”, ha detto la Merkel.
O quello, o una perdita di 100 miliardi annui. Mi chiedo se non avessimo potuto giungere ad una situazione più moderata.

 

da 2duerighe.com

da 2duerighe.com

Partire, senza paura

In Italia cresce il numero di quanti potrebbero avere l’età di Valeria Solesin e Giulio Regeni. Può sembrare stucchevole soffermarsi ancora una volta sui danni causati dallo scontro tra culture, anche se dovremmo parlare di quello tra culture e pazzi assassini. Nessun pericolo può fermare questi giovani, i nostri figli, dal conoscere il mondo, viverci, imparare le lingue, soddisfare una curiosità vorace della quale dobbiamo essere orgogliosi, non spaventati, noi genitori. Nessun pericolo può trattenere il mercato dall’esigere le competenze che questi acquisteranno, spostandosi da casa.

Mi sento di citare le parole di Ugo Tramballi sulle pagine de il Sole 24 Ore: Non sempre è facile per i nostri figli raggiungere quello che cercano. E non solo per motivi economici, perché ormai c’è più di un’organizzazione che aiuta le famiglie svantaggiate. Più di un lettore avrà avuto l’esperienza del colloquio col professore liceale contrario all’idea che un suo allievo vada a vivere l’esperienza del quarto anno in una scuola all’estero. «Ma io devo far rispettare il programma», ci sentivamo spesso dire fino a qualche tempo fa, quando molti docenti non conoscevano l’esistenza di una legge al riguardo. Come se un’esperienza in un mondo diverso e lontano non facesse maturare un giovane quanto un programma ministeriale, pur necessario.

Io stesso sono partito per affermarmi. Chi volesse leggere i miei libri lo capirebbe. Lo augurerei anche ai miei figli.

da coopsoc.it

da coopsoc.it

Bambini crescono. Male.

da ilmediano.com

da ilmediano.com

I carabinieri di Pisa hanno arrestato una educatrice scolastica di quasi sessant’anni, accusata di maltrattare i bambini di un nido cittadino. Le forze dell’ordine al momento la trattengono in custodia cautelare.

Si tratta dell’ennesimo caso di maltrattamento dei bambini nel nostro paese. E, stavolta, con bambini che ancora non frequentano la scuola. Confermo ancora una volta di vivere in una realtà che non riesce a cautelare i genitori. Sarebbero questi i casi su cui concentrarsi, piuttosto che vietare – ogni riferimento è puramente voluto – i parchi giochi ai bambini di genitori che non pagano le tasse.

Se questo è il modo in cui vengono trattati i minori non c’è da stupirsi se poi, ancora una volta, dobbiamo sorbirci notizie di vere e proprie “scuole di rapina” ( fonte: ansa ), come quella scoperta di recente a Napoli, dove i carabinieri hanno arrestato quattro ragazzi per aver compiuto più di dieci rapine.
Di certo, questo non è l’ambiente più facile in cui far crescere i ragazzi, i nostri ragazzi. Non che voglia insinuare che anche a questi sia stato negato un parco giochi da un sindaco, ma pare facile capire che ciò che emuli è ciò che hai davanti agli occhi.
… per poi postarlo su Facebook, come facevano i quattro “lucignoli” di Castello di Cisterna, i nostri quattro briganti.

Perderemo anche Ryanair

a excite.it

da excite.it

Da ottobre Ryanair chiuderà le sue basi di Alghero e Pescara, taglierà alcune rotte e chiuderà tutti i voli di Crotone. A causa de l’illogica decisione del Governo Italiano di aumentare ancora le tasse municipali, danneggiando il turismo italiano, il traffico e i posti di lavoro. La compagnia irlandese contesta al governo italiano di aver aumentato le tasse di circa il 40% per ciascun passeggero in partenza dall’Italia dal 1°gennaio.

Questo sposterà l’interesse della compagnia per Spagna, Grecia e Portogallo. Quattro nuove rotte dalla Capitale per Ryanair. Ryanair continuerà a collegare Roma con i maggiori centri europei del business tra cui Barcellona, Berlino, Dublino e Londra, con servizi ad alta frequenza, orari migliorati e le tariffe più basse. Questo però non vieterà alla compagnia di chiudere le rotte da Pescara, ad esempio. E, ancora una volta, mi ritrovo a scagliarmi contro scelte di governo che sceglie di interrompere rapporto con aziende che producono ricchezza invece di recuperare fondi tagliando i settori pubblici improduttivi.

Intanto Saga, la società che gestisce lo scalo di Pescara, ha reso noto che Ryanair ha annunciato la chiusura della base di Pescara, aperta nel 2009 e la riduzione del programma voli a due destinazioni a partire dal 27 ottobre 2016, pertanto i voli per Londra, Francoforte, Bergamo, Barcellona, Dusseldorf, Parigi, Charleroi saranno garantiti sino alla fine estate 2016. Ryanair lascia Pescara a causa dell’incremento delle addizionali comunali sull’Aeroporto d’Abruzzo con impatti negativi sulla redditività delle rotte. Secondo il Sole 24 Ore tutto ciò costerà complessivamente 165 milioni di euro ai passeggeri del Belpaese.

Mancanza di democrazia, mancanza di mercato, mancanza di ricchezza. Questo governo offre solo mancanza di vita.