I ritardi sulla stepchild

Stamane ho letto un passaggio interessante sulla  questione della stepchild adoption sulle pagine virtuali de Il Sole 24 Ore. Un articolo che in realtà riassume tutto ciò che i telegiornali e i media in generale stanno raccontando. Siamo alla frutta. Divisi su un tema, tanto importante quale quello della difesa della famiglia, non tanto per la questione morale e non ancora per la difesa del proprio elettorato ma – udite udite ! – per tenersi vicine le frange del proprio partito. Qual è la novità? La novità giace nel fatto che se prima ogni capogruppo o leader di sorta era concitato nel tenere strette frange di gruppi di interesse o di lobby per questioni economiche – il che è ancora comprensibile -, ora invece ci si preoccupa solo di tenerli insieme per questioni di dispetto, di principio personale che non ha nulla a che vedere con il singolo onore di quelli che normalmente chiameremmo “onorevoli”. Sì, esistono laici e cattolici addentro al PD come in qualsiasi partito, ma ciò che trasmettono quasi tutti i membri di questa grande accozzaglia è la paura. La paura, sì. Quella di perdere i parlamentari più esterni ai quali, magari, si è già fatto qualche sgarro.

Ricordo di mio nonno e del presidente Leone. Di momenti in cui ci si raccoglieva per discutere sui grandi temi ascoltando impiegati comunali distanti. Politicamente parlando. Ora sento e leggo di allori di vittoria da depositare sul capo del premier in caso di vittoria. Ma in caso di sconfitta? Come diceva Shakespeare: much do for nothing. E intanto gli USA tornano a volare, economicamente. Con il dollaro che è sempre più vicino al pareggio con la nostra moneta e il sindaco di Londra sempre più vicino a far venire tutti gli Inglesi fuori dalla UE. Grandi temi, questi. Non quelli sui quali si dovrebbe votare in cinque minuti e ad occhi chiusi, senza rimandare gli esiti al giorno successivo aggiungendo postille infime – “quisquilie e pinzillacchere” come avrebbe chiamate il principe della risata – per perdere in toto giornate di lavoro.

da left.it

da left.it

Le opere incompiute dal 2014

Stamane, un servizio del TG5 ha di nuovo riportato alla luce un problema annoso: le opere incompiute in Italia sono arrivate a quota 868 nel 2014. Circa duecento in più rispetto all’anno precedente. Ora, quello che sostengo, e che tutti voi sosterrete alla stessa maniera, è quanto segue: il nostro paese è il più bello del mondo. E sto fermandomi solamente all’ambito paesaggistico. Uno spreco di quattro miliardi – cifra stimata dalle associazioni dei consumatori – per deturparlo? E lo spreco non è concentrato al sud. È a macchia di leopardo in tutte le regioni. “Queste infrastrutture sono già costate in media 166 euro a famiglia, e per portarle a compimento servirebbero altri 1,4 miliardi di euro – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Risorse sottratte alla collettività costretta a finanziare dighe progettate negli anni ’60 e poi lasciate in stato di abbandono, porti inaugurati e mai utilizzati, strade che non portano in nessun posto perché lasciate a metà, strutture inutilizzate a causa degli elevati costi di gestione”.

Sembra un po’ una parodia del Governo Renzi, un governo incompiuto. Un governo che ha, sì, aumentato i controlli sugli appalti, ma che cambia costantemente i suoi ordini del giorno. Un insieme di iter, quali quello sulla stepchild adoption, che sembra utile a farci perdere tempo. E soldi. Un governo solido è un governo di una parte politica eletta, non posta lì da poteri più forti del popolo. Un governo solido è un governo che riesce a fare ciò che dice. 

Dalle leggi alle opere ingegneristiche. campo_polo_giarre_N

Niente più coraggio per investire – almeno in borsa

Il Sole 24 Ore riporta una notizia che mi è balzata agli occhi: i fondi monetari in pochi giorni hanno raccolto oltre 24 miliardi di flussi in entrata. Quasi quattro di questi sono andati ai titoli di stato USA e altre emissioni pubbliche. Stesso dicasi per chi investe in metalli preziosi – oro in primis – per una cifra di quasi due miliardi. Tutte cifre in dollari.

Nulla di nuovo sotto il sole? Quasi. A parte la metodologia – il rifugiarsi in beni a tassi meno variabili: i beni materiali – compaiono alcuni elementi “nuovi” al nostro panorama. Innanzitutto, le quantità. Tra le somme prima anticipate si aggiungono circa altri 6 miliardi in utilities, tanto da lasciar intendere qual è la misura della paura degli investitori.

Quando ho parlato di impresa nei miei libri, riferendomi principalmente a mio padre, ho usato due termini per indicarla: difficile e delicata. Questa spirale in cui gli investitori si sono andati a cacciare – e ditemi se investire non è una impresa – mi colpisce profondamente. Ecco dove vanno i fondi monetari. Ecco dove vanno gli investitori in fuga dalle Borse. Nessun coraggio, nessuna voglia di investire!

E, intanto, è  partita dall’Iran la prima petroliera che segna il ritorno del Paese sul mercato del greggio europeo dopo la fine delle sanzioni.  Il ministero del petrolio di Teheran aveva annunciato ieri che entro 24 ore sarebbero partite tre petroliere con 4 milioni di barili di greggio a bordo, dirette verso l’Europa: due sono destinati alla Total e due a compagnie spagnole e russe.
Europa cara, sei sempre più bisognosa di aiuto. I fondi scappano ad ovest, le risorse vengono da fuori e in mezzo, tra incudine e martello, ci sei sempre tu.

da Traderbranins.com

da Traderbranins.com

Dopo la regina, la donna che venne a Napoli

Il volto della scienziata Mary Somerville comparirà sul biglietto da 10 sterline, che sarà stampato dalla metà del 2017: per la prima volta ci sarà un’altra donna, oltre alla Regina. Lo ha annunciato la Royal Bank of Scotland con questo comunicato: “In un’epoca nella quale la partecipazione delle donne alla vita scientifica era fortemente osteggiata, Mary Somerville (Jedburgh 1780 – Napoli 1872) è stata una vera pioniera ed è arrivata ad esser nominata – prima donna – membro della Royal Astronomical Society nel 1835. I suoi scritti hanno influenzato James Clerk Maxwell e John Couch Adams: con i suoi sudi su un’ipotesi di pianeta che disturbasse l’orbita di Urano, ha portato Adams a cercare e scoprire Nettuno”.

Di tanto in tanto comunichiamo anche notizie prive di quella pesantezza tipica della cronaca. In particolare, mi sono voluto soffermare su questo particolare elemento che mi tocca da vicino. Innanzitutto, è importante tenere sempre alto il ruolo della donna nelle nostre comunità – scientifica, finanziaria e sociale in questo caso – senza la quale incredibili progressi non sarebbero stati possibili. Persone, le donne di ogni secolo, che hanno superato ostacoli con le grandi difficoltà affibbiate nei secoli e che ancora oggi, in molteplici e differentissime sacche, le attorniano.
In particolare, trovo straordinario il ricordo di questa donna di importanza globale i cui ultimi anni di vita sono trascorsi a Napoli, capitale che nel XIX secolo ha affascinato scienziati, artisti, giornalisti e nobili. Una storia sicuramente da rivalutare e che sposa non pochi elementi descritti nei miei libri. Mary attualmente riposa nel Cimitero degli Inglesi in una cappellina neogotica, opera di Francesco Jerace.

da Wikipedia.org

da Wikipedia.org

Pregare per la Grecia

da guim.co.uk

da guim.co.uk

Il consiglio Ecofin ha affermato che:

il funzionamento dello spazio Schengen è in grave pericolo e le difficoltà in cui si sta imbattendo la Grecia stanno danneggiando l’Ue nel suo insieme e devono essere risolte in modo collettivo”.

Laura Naka Antonelli sulle pagine di Wall Street Italia ci ha oggi aggiornato sulla questione greca, mettendo di nuovo i fari sul fatto che la repubblica ellenica è ancora in recessione. Di nuovo, dopo poco tempo. L’unione europea ha fato tre mesi di tempo ad Atene per superare le sue gravi mancanze nei confronti dei migranti. Siamo sempre lì. In una posizione in cui non c’è un vertice, non c’è posizione apicale che possa dichiarare si, garantirò che ogni paese faccia come dico io. Così come farebbe un qualsiasi presidente USA.

Consideriamo poi che la Grecia non sarà capace di fornire risposte adeguate e rischierà di essere esclusa agli accordi di Schengen. Se la Grecia poi dovesse passare così il testimone dei controlli al confine, rischierà di finire in una bolla d’immigrazione dalla quale i profughi non riusciranno ad uscire. E se consideriamo che Atene è diventata teatro di guerra a causa degli agricoltori – categoria che io per primo mi getterei a difendere, da padre, da imprenditore da persona pensante – allora mi viene da pregare e basta, perché non so, veramente, come possa uscirne questo paese da quest’ennesima grave coltellata.

Ecco il commento di un contadino greco sulle pagine del Guardian:

“Abbiamo detto che sarebbe stata guerra e lo dicevamo sul serio. Il governo deve scegliere tra noi e loro. Non ci arrendiamo di fronte a misure che metterebbero a repentaglio la nostra sopravvivenza. Soltanto le tasse che stanno proponendo ci ucciderebbero”.