Dovete comprare un nuovo pc perché il vostro non vi consente più di lavorare. Vi rivolgete ad un amico esperto negli acquisti che “googla” pc su Google Shopping. Che accade?
La Commissione europea colpisce il colosso Google con una multa da 2,42 miliardi di euro, la più alta sanzione mai comminata dall’Antitrust europeo per abuso di posizione dominante. Un po’ quello che accadde tanto tempo fa tra Monti e Bill Gates. Ora l’azienda ha 90 giorni per cambiare le sue pratiche commerciali, definite illegali da Bruxelles, relative a Google Shopping, che penalizza fortemente gli altri imprenditori commerciali iscritti al servizio, altrimenti sarà colpita da nuove multe pari al 5% del giro d’affari di Alphabet, la società madre che controlla tutte le attività del gigante del web, per ogni giorno di violazione del giudizio europeo. Decisione presa da Margrethe Vestager, commissario della Unione Europea per la Concorrenza. Google ha annunciato ricorso.
Sulle pagine di questo blog è già stata riportata una vicenda simile. Ad inizio 2016, infatti, abbiamo riportato che ammontava a 227 milioni di euro quello che la Guardia di Finanza richiedeva al colosso di internet.
Riporta repubblica.it: In concreto, Bruxelles ha condannato i servizi di Google Shopping dopo sette anni di indagine approfondita perché ritiene che questi abbiano dato sistematicamente maggior risalto al suo servizio di comparazione degli acquisti: quando un utente cerca su Google un prodotto, il suo servizio di shopping gli propone le varie possibilità accanto ai risultati in alto, quindi molto visibili. I servizi di comparazione degli acquisti dei suoi rivali sono invece lasciati nella colonna dei risultati generici. “Le prove dimostrano che il competitor messo maggiormente in risalto compare soltanto a pagina 4 dei risultati”, scrive la Commissione. Il problema è che i consumatori cliccano molto più spesso sui prodotti più visibili, e quindi su quelli sponsorizzati da Google. I numeri non lasciano dubbi, spiegano i regolatori europei: i risultati sulla prima pagina guadagnano il 95% di tutti i click, quelli sulla seconda solo l’1%. Per la Vestager quindi “Google ha abusato della sua posizione dominante sul mercato della ricerca per promuovere il suo servizio di comparazione dello shopping, declassando quelli dei suoi concorrenti” negando loro la possibilità di competere e di innovare e negando ai consumatori europei una scelta completa e imparziale dei servizi.
La riflessione alla fine di questo articolo è: visto che abbiamo appurato che Google ci deve almeno 227 milioni di euro e che sicuramente 2,4 miliardi almeno andranno nelle tasche della UE, potremmo sperare che i fondi INPS, che andranno sotto zero alla fine di quest’anno di 11,2 miliardi, verranno risanati?