A scapito di quanto percepito socialmente, con le elezioni di Donald Trump, il mercato azionario mondiale ha dato enorme fiducia al magnate americano e alle sue promesse elettorali. D’altro canto il Russiagate è diventato protagonista degli articoli di cronaca che girano attorno al presidente degli Stati Uniti d’America. Questo ha determinato un grossissimo cambio al vertice delle personalità mondiali che guidano economicamente tutte le nazioni. È esploso un vero e proprio ordigno finanziario dovuto al crollo nella fiducia nei confronti del tycoon.
C’è da dire che questo non fa ancora di lui una pecora nera ma c’è da fare attenzione -specialmente per i trader internazionali- dal momento che questa famiglia di scelte potrebbe diventare molto invasiva nei mercati finanziari. Mathilde Lemoine, capo economista di Edmond de Rothschild, sostiene che Xi Jinping, invece, sarà il driver della crescita mondiale. Sostiene “La crescita mondiale ha riaccelerato a partire dall’estate 2016 dopo aver registrato un calo del 18% tra luglio 2014 e gennaio 2016, le esportazioni mondiali sono cresciute in termini di valore di oltre il 6% dall’estate 2016. Tale accelerazione risulta per il 66% unicamente dei paesi asiatici”.
Riguardo l’Eurozona, il principale ostacolo alla ripresa, secondo Lemoine, è dovuto agli affanni delle banche, specie la BCE che ha iniziato una guerra contro le banche dei paesi della UE per il risanamento dei bilanci. Francoforte potrà andare avanti con l’acquisto dei titoli anche dal 2018 ma in misura ridotta. Ciò darà vigore agli investimenti con tassi d’interesse a lungo termine. L’UE, continua la capo economista, è riuscita a consolidare la propria architettura finanziaria grazie ai meccanismi di solidarietà e al programma di acquisto dei titoli. La zona euro potrebbe essere il luogo della speranza per gli attori finanziari rispetto alle evoluzioni strutturali.