Turismo, energia e agricoltura: il Benin guarda all’Italia

Milano, 19 dicembre – Turismo ecologico, energia e agricoltura: sono i tre pilastri su cui si sta sviluppando la crescita della Repubblica del Benin. Il piccolo Stato dell’Africa occidentale, che si affaccia sul golfo di Guinea, lo scorso anno ha registrato una crescita economica del 7%, frutto delle politiche del presidente Patrice Talon, che ha voluto un piano di azione generale per lo sviluppo del settore energetico e l’agevolazione agli investimenti.

Evelyne Togbe-Olory, ambasciatrice in Italia del Benin.

“Bilancio più che positivo, extra positivo – sottolinea Evelyne Togbe-Olory – Per prima cosa abbiamo portato l’elettricità a tutti nel Paese, inclusi i villaggi più lontani, e in Africa non è poco. La seconda cosa economica: quando è arrivato il presidente Patrice Talon del 2016, il Benin produceva 300 mila tonnellate di cotone. Oggi ne fa 700mila: non è per caso, è perché abbiamo studiato una strategia per arrivarci. Terza cosa: vogliamo puntare sull’agricoltura e in questo credo veramente che anche con l’Italia ci sia tanto da lavorare. Un esempio: i pomodori, essenziali per noi, la vostra conoscenza tecnica ci aiuterà a gestirlo meglio”.

Il Benin guarda dunque con interesse all’imprenditoria italiana con un ampio ventaglio di opportunità come sottolinea Arturo Di Mascio, consulente economico finanziario dell’Ambasciata del Benin a Roma.

“Tre punti importanti – dice Di Mascio – è un Paese sicuro, accogliente e stabile. Il Benin offre agevolazioni agli imprenditori e molto scambio commerciale”.

Il Paese ha imboccato con decisione la strada della modernità e il Fondo monetario internazionale ha appena riconosciuto la costanza del rigore nella governance delle sue finanze pubbliche. Ma la strada verso lo sviluppo passa ora anche verso la conoscenza e la proposta della cultura e della storia del Paese, ricche di attrattive per un turismo non banale a cominciare dalla Strada degli schiavi, per la quale è aperto l’iter per il riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità Unesco”.

“Venite a scoprire il Benin esplorando il percorso dell’umanità attraverso la ‘Strada degli schiavi’ – dice Evelyne Togbe-Olory – Poi potrete passare due, tre e quattro notti nel Parco del Pendjari, in mezzo agli antilopi, ippopotami, elefanti e il loro cuccioli. Vi invitiamo però a vivere anche l’autenticità culturale del nostro Paese visitando le città di Abomey e di Porto-Novo a meno che preferite andare sul lago, a vedere la città di Ganvié che chi vive sul lago, dove le donne quando devono litigare sono nelle loro barche a litigare, ma dove i bambini anche prendono portano le barche e loro stessi per andare a scuola. Il Benin vi aspetta a braccia aperte”.

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